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I SILIGHINI

Originari di Tornano, Montetiffi e Sogliano
Le origini
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I Castelli del Contado barigellato di Rimini al Giuramento della Calbana
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Podere Silighini, località Poggio a Montetiffi
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San Pellegrino Laziosi (Forlì, 1265 –1345). Beatificato nel 1702, fu proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726. Apparteneva alla stessa famiglia di Enrichetta Laziosi, moglie di Pietro Silighini
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SULLIA, SALUA, SILIGHINI
Secondo una tradizione mitologica non confutata da prove certe e comunque oggi non verificabili, la
famiglia Silighini ha probabilmente comune origine con la famiglia Sullia ,forse chiamata anche Salua e riferita al termine dialettale Salghè (pavimentare, selciare, in dialetto romagnolo). Intorno al 1200 si formò il cognome Saluaghini diventato poi nel 1500 Silighini, Salighini, Selighini, Siliguini e talvolta segnato anche come Scilighini tutti derivati dalla professione dello Silghen (costruttore di strade in selce).
I Silghen hanno costruito le strade che dal "Castrum Sulliani" nel 1144 portavano ai castelli vicini (tutte realizzate appunto lavorando il "sasso vivo" selice). L'arma originale dei Silighini conservata nella collezione Vallardi è con due spighe al naturale su argento indicati come Conti ed è riportata anche sul muro principale della Casa Silighini alle Ville di Montetiffi e su vari documenti di Matilde Maccari Silighini derivante probabilmente dal sostantivo femminile latino “siligo-siligini”, frumento di prima qualità


I SULLIA di Sogliano.
Negli "Annali d'Italia" di Muratori si racconta che Ernestus Sullia nell'862 fu nominato Conte su interesse di Johannes archiepiscopus Ravennatis, con la bolla di Papa Nicolo I nel periodo di tregua tra l'Arcidiocesi ravennate e Roma. La famiglia Sullia potrebbe dare il nome al Fundus Sulliano e Ficareto come riporta il Codice bavaro al numero 19 ed essere i cosiddetti “Sylla” o “Sulia” che la maggior parte degli scrittori ipotizzano come i fondatori del primo nucleo del territorio di Sogliano e che una leggenda vuole discendenti da Lucio Cornelio Silla.

I SALUA di Tornano.
È conservata nel Blasone Cesenate riportante il nome Salua un arma con due leoni neri su oro presumibilmente con la stessa origine familiare ed erano presenti nella zona di Tornano fino a Montetiffi con Sebastiano e Pietro.
Il termine Saluaghini o Salighini fu usato ai tempi delle "pergamene degli statuti soglianesi" volute da Giovanni Malatesta nel XV secolo così scritto negli atti di vendita di alcuni terreni, di nascita e negli stati delle anime della chiesa di San Leonardo e in quella di Tornano.
Nel 1186 i Malatesta acquistarono dal riminese Ugo Maltalone una parte di terreno appartenente all'antico fundus. Nel settembre del 1233 Ugolino Sullia, Console di Sogliano, prestò giuramento a Rimini (giuramento della Calbana). Sua figlia Sofia Sullia (detta Faggiolina) andò in sposa a un Giovanni Malatesta.
Nel 1312 i Malatesta di Rimini e di Verucchio, acerrimi nemici di quelli del ramo di Sogliano, conquistarono il castello per poi distruggerlo. Nel 1371 il castrum era ancora in mano ai Malatesta di Rimini, dopo non molto tempo ritornerà agli antichi conti Malatesti.

La signoria dei Malatesta durò fino al 1666, anno in cui passò sotto il dominio della Chiesa e i Malatesta lasciarono il territorio al contrario dei Silighini che continuarono a occuparsi delle faccende legali e politiche della zona stabilendosi tra Tornano, Serra e Montetiffi.

SILIGHINI di Montetiffi

Nel XV secolo il conte Pietro Saluaghini aveva il giuspatronato sulla Chiesa di San Leonardo a Montetiffi, passata poi a Commenda dei Guidi di Bagno e poi ai Pioppi fino al XIX secolo.
Nel 1500 nasce il pronipote di Pietro registrato come Leonardo Silighini.
Pietro nel 1730 sposa Enrichetta Laziosi appartenente alla famiglia forlivese che diede i natali a San Pellegrino.
Uno dei suoi fratelli Michelangelo emigra nelle vicine Marche e diviene nobile di Montalto nel 1758 e Patrizio di Ascoli, il fratello minore Sebastiano (n.1710) si stanzia a Savignano di Rigo e i sui figli Carlo (1736-1811) e Domenico (1743-1823) emigrano poi a Tornano con Antonio Mattia (1768-1838) e Sebastiano Vinicio (1777), svolgendo attività colonica.
Alla fine del 1700 i Silighini si spostano nelle zone intorno a
Montetiffi dopo il viaggio di Alessandro in Scozia per acquistare alcune miniere del Galloway. Erano tra i proprietari delle miniere di carbone del territorio della Valle dell'Uso con Giovanni Antonio, avvocato nato a Dumfries, la cui madre era Isabel Montgomerie figlia di William Montgomerie di Borelan e Anne Hamilton. Suo figlio Sebastiano fu il primo proprietario terriero del Podere Silighini alla Scandaccia avuto in contratto colonico dalla famiglia materna Allocatelli con l'incarico di ampliare i beni della nobile famiglia in quel territorio prima di averne pieno possesso. La famiglia Allocatelli, antica notarile di Sogliano, ebbe un titolo nobiliare nel 1600 concesso dai Malatesta per i servigi resi. Olimpia Allocatelli era la nonna materna del famoso poeta Giovanni Pascoli.
Girolamo Deodato
Pietro Silighini, figlio di Sebastiano, continuò l'attività colonica e allargò i terreni della Scandaccia acquistando nuovi terreni a Rontagnano. Per i servigi resi verso lo Stato Pontificio nel 1863 con breve di Pio IX ottiene il titolo di Conte. La famiglia Silighini subì gravi conseguenze economiche dall'epidemia di colera che colpì il cesenate nel 1855 con la morte di Maria Testi, moglie di Sebastiano, e dei tanti contadini e mezzadri che lavoravano la terra del podere Silighini per conto della famiglia.
Antonio, figlio di Girolamo Pietro, anch'esso colono, cercò di far ripartire le proprietà terriere di famiglia con nuovi appezzamenti nella zona di Montetiffi ma morì alla nascita del figlio Giovanni nel 1906. Iniziò per la famiglia un periodo di notevole difficoltà. La moglie di Antonio Silighini, Matilde Maccari, di stirpe aretina (il padre Pietro Maccari discendeva dai Piccolomini e aveva lasciato casa e famiglia per amore di Angela, ricca, ma non nobile, romagnola) aveva ereditato dalla madre, Angela Piscaglia, ingenti somme di denaro e molte proprietà ed azioni che la famiglia possedeva anche grazie al matrimonio con gli Zolini ricca famiglia di possidenti locali (Angela era figlia di Leonardo Piscaglia, possidente e Caterina Zolini proprietaria dei terreni, forni e mulini di "Ca Zolino" a Montetiffi) , continuò a gestire le proprietà familiari come le miniere di carbone di Montetiffi che però dal 1866 subirono un veloce declino per poi ripartire durante il secondo conflitto mondiale quando l'attività di famiglia continuò col figlio Giovanni che spinse gli interessi dei Silighini nel settore minerario, fino alle miniere di zolfo della Perticara.
Leo Adriano, il figlio minore di Giovanni rialzò definitivamente la situazione economica familiare e spostò l'attività nella vicina Mercato Saraceno dedicandosi alla costruzione e riparazione di forni industriali specializzati nella lavorazione del coke. Ebbe appalti esclusivi con Italsider a Genova così come con Ilva e la Fiat di Torino.
Morì a 70 anni nel 2018 lasciando come erede di tutte le proprietà terriere di famiglia l'unico figlio Luciano Francesco.



Morgagni "Epistole emiliani"
Antonini "Antichità di Sarsina"
'Amati "Passaggio di Annibale"

Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750, 1763. Con le prefazioni critiche di Giuseppe Catalani. Tomo primo.
Angelo Squarti Perla, Araldica e nobiltà nelle Marche, 2015.
​Archivio Parrocchiale Sogliano al Rubicone

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Il cognome Silighini si è formato dal termine dialettale romagnolo "Silghen", che nel territorio di Sogliano ha significato essere stati i pavimentatori delle strade in selce, come ricordo dei primi lavori di "urbanizzazione" svolti a Sogliano.
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Giovanni Pascoli (San Mauro 31 dicembre 1855, Bologna 6 aprile 1912). L'ava da parte materna apparteneva alla nobile famiglia notarile degli Allocatelli di Sogliano al Rubicone, diventati nobili nel 1600 con concessione dei Malatesta. Francesco Enea Allocatelli (1734-1812) ebbe tre figli: Giovanni (1765), Dominica Margherita (1770) e Andrea (1785). Olimpia Maria Lucia, la figlia del già Console di Sogliano Giovanni Allocatelli andò in sposa a Paolo Vincenzi, da cui discende Giovanni Pascoli, il fratello sposò Carlotta Zamboni ed ebbe Domenico,  mentre la sorella si sposò con Giovanni Antonio Silighini ed ebbero Sebastiano. 
ARMA SILIGHINI: D'argento a due spighe decussate al naturale.
Estratto dall'antica Araldica di Antonio Vallardi. "Famiglie nobili della Romagna"
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La genealogia

Da qui identificata nell’archivio parrocchiale di Sogliano

1413 Pietro - Teresa Serra
I
1443 Ludovico - Adele Nardi
I
1471 Andrea -Giovanna Villani
I
1500 Leonardo-Sofia Ricci  
I
1531 Antonio -Giulia Nardini
I
1560 Giovanni-Maddalena Baldelli
I
1594 Carlo- Laura Marcosanti
I
1620 Pietro- Giuseppina Nucci 
I
1656 Francesco- Rita Piscaglia
I
1680 Leonardo –Maddalena Guidi 
I
1700 Pietro - Enrichetta Laziosi (pronipote di San Pellegrino da Forlì)
I
1730 Alessandro - Isabel Montgomerie dei Montgomerie di Borelan
I
1760 Giovanni Antonio - Dominica Margherita Allocatelli (parente della famiglia materna del poeta Giovanni Pascoli)
I
1788 Sebastiano - Domenica Maria Testi
I
1833 Girolamo Deodato Pietro - Elisabetta Sabattini (ottiene il titolo di Conte con breve di Pio IX il 19 giugno 1863)
I
1863  Antonio - Santa Matilde Maccari
I
1906 Giovanni - Lucia Balzani
I
1947 Leo - Alda Garagnani
I
1976 Luciano Francesco - Francesca La Gala
I
​2011 Alice ​
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