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IL CASATO LAMBERTINI

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ARMA LAMBERTINI MODERNO: D'oro a quattro pali di rosso (opera realizzata dal maestro Giuseppe Meliti)
Le origini
Lo studio della geneaologia, in alcuni casi  fino al XVII secolo, si basava molto sulle leggende e storie mitologiche, spesso non confermate da documenti o comunque con documenti oggi non verificabili.  Secondo Pompeo Scipione Dolfi (Cronologia delle famiglie nobili di Bologna), la famiglia Lambertini ebbe origine nell'anno 976 da Lamberto figlio del conte Mondo di Sassonia, che per Filelfo venne con l'imperatore Ottone I in Italia, e si stabilì a Bologna, mentre Alidosio afferma che non venne con quel principe, ma con un re longobardo che si recò a Bologna. Francesco Amadi scrive la serie cronologica dei Lambertini fin dall’anno 976 a Bologna con una continuata discendenza di personaggi insigniti di onori come ambasciatori, generali, capitani, governatori, senatori de 'sedici de 'venti e de' quaranta, ed altri illustri nella pace, nella guida, ed anche nella santità. Per i servigi prestati al Re d'Aragona, i Lambertini ottennero anche alcuni feudi nel regno di Napoli.
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La genealogia

GENEALOGIA MITOLOGICA
​NON SUPPORTATA DA DOCUMENTI OGGI VERIFICABILI
 
discesi da Lovanio, Sassonia (attuale territorio del Belgio)
 
I Duchi di Persiceto
 
Orso I diventa Duca nel 728, Duca di Bologna e Duca di Imola nominato da Re Astolfo Arislada
I
Nel 772 diventa Duca Giovanni Duca di Persiceta e del Ponte Duce (c.a. 700-772)
I
Ermengarda madre di Pietro Petrone (c.a. 730-802)- Orso II 802 ancora vivo.
​Monaca nel 789 dona tutti i beni al Monastero di Nonantola (c.a. 750-776).
I
 
Il progenitore dei Lambertini
 
Petronio/Petronius (820/887) duca di Persiceto – Vulgunda
​ (chiamata anche Acia sorella di Guibodo/Vidibondo/Vidiboldo nipote di Carlo Magno. Altri fratelli erano Rodolfo e Geroino)
I
Giovanni (ca 886/970)
I
Lamberto (920?/1007?)
I
Lamberto (ca 970/1049) -Richilda
I
Mundo (1010/1062)
I
Lamberto Lambertini 1040-1105
I
Wido (Baldovino ???) 1090-1169
I
Lamberto 1120-1170
I
Guido 1150-1222
I
Guido 1180-1258
 
 
GENEALOGIA DOCUMENTATA
 
Lamberto 1210-1265
I
Iacopino (-Giborra?) 1230-1265
I
Lambertino-Villana Di Scotto da Castel de’Britti 1260-1303
I
Egano -Beatrice Roberti da Reggio 1288
I
Guido- Pina Malavolti
I
Egano 1325- Tommasina Da Castelbarco
I
Aldraghetto 1355-1412 – Beatrice Roberti
I
Alberto -Maddalena Capelli
I
Bartolomeo (1410) Francesca Mazoli
I
Giovanni Battista Lambertini +Trento- Giovanna Felicini
I
Lodovico Lambertini -Valeria Armi
I
Bartolomeo Lambertini -Elena Malvezzi
I
Giulio Cesare Lambertini +1611 -Lucrezia Scappi
I
Giovanni Lambertini -Lavinia Pollicini
I
Marcello Lambertini 1633-1676 -Lucrezia Bulgarini * c. 1650
I
Giovanni Lambertini 1673-1730-
Maria Bianca Villa
I
Principe Egano Lambertini, Marchese di Poggio Renatico 1717- 1771 -
Margherita Spada * 1719 (figlia di Aleramo Spada e Violante Malvasia) 
I
Mons. Don Cesare Francesco Lambertini, ablegato apostolico per S.S. Clemente XIV
(tolse l'abito talare e rinunciò alla carriera da prelato per aiutare il fratello e la famiglia caduta in disgrazia. Contrasse matrimonio con la figlia del suo servitore per avere un erede e continuare la tradizione familiare ormai priva di titoli e ricchezze)
Maria Vincenza Farnè (figlia di Giuseppe Farnè e Giovanna Lavizzani)
I
Anna Lambertini 1793
Filippo Garagnani 1792
I
Raffaele Garagnani 1821-1892- Rita Fanti 1820-1903
I
Teobaldo Garagnani 1861-1929  - Cecilia Podestà 1883-1969
I
Francesco Giuseppe Garagnani 1908-1985 - Dorina Irma Teresa Morazzini 1917-2011
I
Alda Garagnani 1946-2021 - Leo Adriano Silighini 1947- 2018
I
Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini 1976- Francesca La Gala 1983
I
Alice Silighini Garagnani Lambertini 2011
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LAMBERTINI
Principi

Duchi di Persiceto
Marchesi e Conti di Poggio Renatico, Caprara, Cornelia
Patrizi di Roma, Genova, San Marino
Nobili di Venezia, Ferrara,
Membri della Milizia Aurata

*Gli atti notarili e di stato civile da Egano (1717) a Luciano Francesco (1976) che compongono la genealogia moderna della famiglia Lambertini
sono stati tutti singolarmente autenticati dalla Prefettura in data 23/10/2019 in occasione delle pratiche di cognomizzazione, da Malta con autentica notarile e apostille dal Segretario di Stato il 21/03/2025, nonchè nel Regno Unito dall'archivio notarile dell'Arcivesco di Canterbury con autentica e apostille il 24/03/2025. 

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Leopardo illeonito, stemma dei Lambertini prima della concessione del Re d'Aragona (riproduzione realizzata dal maestro Giuseppe Meliti)
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I membri principali e la famiglia oggi
  • Gherardo Lambertini fu comandante delle truppe bolognesi a Gerusalemme durante le Crociate nell'anno 1095.
    Ugolino Lambertini è stato uno dei fondatori dell’Ordine equestre dei Frati Gaudenti detto anche Ordine di Santae Mariae Gloriosae che fiorì nel 1233.
    Alberto Lambertini fu arcivescovo di Milano nel 1311.
    Balduino Lambertini morì vescovo di Brescia nel 1348.
    La Beata Imelda Lambertini (che il Marchesi nel suo Diario domenicano dice essere domenicana, ed il Torelli nel Saec. August. tom. IV, un. 1253, c tom. V an. 1333, la segna come agostiniana), morì giovanissima nel 1333 con riconosciuta santità. La prima biografia della Beata Imelda in volgare fu scritta dal monaco Celso Sassoferrato, tradotta in latino ed in fiammingo da Giambattista Lambertini nobile fiammingo dei Lambertini bolognesi oriundo che la pubblicò in Anversa nel 1638 e fu illustrata dal Bollandista Enschenio negli Acta ss. maii, al 12 del mese, tom. III, p. 183.
    La Beata Giovanna Lambertini, figlia di Rinaldo Lambertini, religiosa era la compagna di vita di Santa Caterina da Bologna. La sua biografia venne scritta dai Bollandisti nel tom. Il, Acta ss. mart. pag. 60 e 80. Viene venerata il 12 aprile.
    Egano II ebbe dagli anziani e dai consoli di Bologna il 23 maggio 1383 il titolo di Conservatore della Patria.
    Guido Antonio figlio di Aldagretto fu il primo dei Lambertini che il 12 novembre 1441 ebbe come feudo la contea di Poggio Renatico, Caprara e Rognatica, col consenso di Cervato Cecco di Caravaggio, luogotenente di Nicolò Piccinini per il Duca di Milano, concesso ad esso dai legati pontifici e confermato da Nicolò V il 18 febbraio 1449.
    Cornelio figlio di Guido ottenne di passare nel 1625 questa contea in marchesato. I suoi successori aggiunsero poi Villa Cornelio a questi feudi, che tutti insieme contenevano sei miglia di lunghezza e quattro di larghezza.
    I Lambertini possedettero in Bologna molte case e palazzi con torri. Nel più antico loro palazzo fu rinchiuso Enzo Re di Sardegna, figlio naturale dell 'imperatore Federico II, ed ancor oggi appare nei pressi della Cattedrale al fianco del Palazzo del Podestà chiamato “Palazzo del Re Enzo”. Un altro palazzo con torre, ricco d'ornamenti di terra cotta è in via degli Orefici riconoscibile da una finestra decorata, passato poi in uso di locanda chiamata del “Leoncino d'oro”. La casa Lambertini, nella quale nacque quello che fu poi Benedetto XIV, fa angolo al piazzale dinanzi alla chiesa di San Giacomo degli eremitani agostiniani, ed ha il suo ingresso dal lato della via delle vetrate. In passato ne era proprietario il conte Ottavio Malvezzi - Ranuzzi. Su di un capo delle scale è collocata una lapide coi seguenti versi: “Parva domus Benedictum excepi matris alvo Magnam parva cui maxima Roma fecit”. Quello che più di tutti illustrò la famiglia Lambertini e che ha lasciato nome immortale, fu Prospero, nato nel 1675 in Bologna da Marcello Lambertini senatore de' quaranta, e da Lucrezia Bulgarini, che dopo la morte di Marcello passò in seconde nozze col conte Luigi Bentivoglio. Prospero divenuto profondo giureconsulto, prelato, vescovo e cardinale, nel 1740 è stato sublimato alla cattedra apostolica col nome di Benedetto XIV. Senza spogliarsi della sua antica affabilità e cortesia, il magnanimo e dottissimo Pontefice, fece provare a tutti la sua benevolenza e generosità, tranne ai parenti coi quali fu parco di beneficenze. Il celebre gesuita p. Azevedo nella lettera con cui gli dedicava l'edizione romana delle sue opere, fatta nel 1747, ecco come si espresse per riguardo ai di congiunti del Papa: “Nota est enim omnibus constantia illa, nota animi fortitudo atque severitas, qua uteris in Tuosalienos omnes paterna quadam, ac singulari cura complectaris quasi essent Tui, his vix adduceris, ut communia debitaque omnibus officia sollecitudinemque impendas; quam ego laudem nisi tantum esse fatear, ut in maximo amatissimoque principe sit omnium difficillima, communi videa hominum sensa judicioque carere".

FotoIl principe Egano Lambertini, Marchese di poggio Renatico, cavaliere privilegiato di Malta, nipote di S.S. Benedetto XIV (Collegio San Carlo, Modena)
 Benedetto XIV aveva un nipote, il Principe don Egano Lambertini senatore di Bologna, al quale appena diventato Papa ordinò di non venire a Roma finché non venisse chiamato, ciò che mai fece nel suo lungo pontificato. Permise solo che nel 1752 venisse a Roma per educarsi nel collegio Clementino, il Principe Giovanni Lambertini primogenito di Egano, allora di nove anni, il quale prima di entrarvi abitò con monsignor Millo datario e favorito del Pontefice, che lo aveva preso a Bologna. Questo prelato lo condusse a Castel Gandolfo alle villeggiature di Benedetto XIV, il quale li lo cresimò facendogli da padrino il cardinal Colonna. Grato al Papa, Carlo Emanuele III re di Sardegna, per le concessioni fatte all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, in segno di gratitudine e della stima personale che aveva in lui, nel 1757 conferì al pronipote Giovanni una commenda dello stesso ordine equestre esistente in Civitavecchia , della quale ne accordò il patronato alla casa Lambertini, non solo per la discendenza mascolina agnatizia in perpetuo, ma che per una volta potesse ancora passare nella discendenza mascolina d'una femmina, figlia o sorella primogenita dell’ultimo possessore della stessa commenda. Inoltre il Re dichiarò don Giovanni gran-croce dell'ordine e perpetuo gran priore in Roma con l'annua pensione di duemila scudi. Gli rimise una croce di brillanti del valore di seimila scudi, pregando Benedetto XIV che volesse dar l'abito e la croce al pronipote, ciò che eseguì nel giorno dell'Epifania del seguente anno.  Essendo restata vacante la custodia della Porta Angelica di Roma, Benedetto XIV nel 1750 la conferì al nipote Egano per lui e i suoi discendenti maschi in infinito con ordine di primogenitura, coi relativi pesi ed emolumenti. Morì il gran Pontefice il 3 maggio 1758 a ottantatré anni e fu sepolto nella basilica vaticana. ll cardinal Gioacchino Ferdinando Portocarrero, da lui creato, decise di celebrargli esequie annuali finché in vita, ed offri una considerabile somma per erigere al defunto Pontefice un marmoreo e magnifico monumento nella stessa Basilica di San Pietro. Questo gesto venuto a conoscenza dagli altri cardinali creati da Benedetto XIV, li spinse a concorrere all'erezione del monumento, del quale si parla nel vol. XII, pag. 30 del Dizionario. Il deposito terminò nel 1769, e si scoprì nel tempo della sede vacante che ebbe termine con l'elezione di Clemente XIV Pontefice che dichiarò  Monsignor Cesare Francesco Lambertini, figlio di Egano, cameriere soprannumerario, obbligato a portare la berretta al cardinal de Cunha arcivescovo d'Evora. La Vita di Benedetto XIV P. M. fu stampata in Venezia nel 1783. Nel tom. XI delle Memorie letterarie del Valvasense pag. 417 si legge un succinto ragguaglio delle sue azioni e stimatissime opere, e si producono ancora i fatti principali della sua vita. I nipoti di S.S. Benedetto XIV, essendo il Sovrano Pontefice riconosciuto come Pater Principum et Regum dai monarchi cattolici, tornarono a usare il titolo di Principe, cortesia concessa ai nipoti maschi del Pontefice in quanto considerati tradizionalmente al pari delle famiglie sovrane.  Il titolo di Principi del Sacro Romano Impero veniva già comunque utilizzato e con la Literae Apostolicae super aprobatione et confirmatione privilegium marchionatus Podii Rognatici et Anexorum dell'11 luglio 1745 Benedetto XIV confermava al nipote Egano il titolo di Principe, Duca, Conte e Marchese di Poggio Renatico per lui e per entrambi i suoi figli maschi lasciandogli la possibilità che i titoli passassero a una femmina discendente dell'ultimo titolato e al di lei figlio maschio qualora il cognome andasse istinto. Principio della surrogazione, abolito nel Regno d'Italia ma tuttora esistente nello Stato del Vaticano

FotoSanta Maria del Tempio a Bologna. "La Magione", palazzo templare diventato poi Commenda dell'Ordine di Malta conferita al Principe Cesare Francesco Lambertini.
Il Principe Don Cesare Francesco Lambertini il 6 marzo 1750 venne aggregato all'Ordine di Malta e il 19 ottobre 1751 gli veniva conferita la commenda di Santa Maria del Tempio di Bologna. Da subito si trasferì a Roma per studiare come sacerdote presso il Collegio Clementino. Nel 1762 ebbe come padrino di Cresima il re Carlo III di Spagna, funzione svolta nella cappella del Palazzo Lambertini in via Santo Stefano e ufficializzata da S.S. Papa Clemente XIII. Nel 1789 dopo la morte dell’amico Carlo Edoardo Stuart, il “Bonnie Prince Charlie” erede al trono di Inghilterra, ospitò nella sua casa la figlia, Carlotta duchessa d’Albany che li morì amorevolmente assistita dalla famiglia Lambertini. Cesare seguì la carriera ecclesiastica del prozio diventando sacerdote e ottenendo come Monsignore il titolo di ablegato apostolico .  Alla morte del Principe Egano nel 1771, la famiglia cadde in disgrazia per i numerosi debiti di quest'ultimo e per le azioni errate di speculazione del figlio maggiore Giovanni. La Commenda  venne commissariata dal Priore di Venezia inviato dal Gran Maestro, fatto che  portò altri debiti a Cesare Francesco.  Con l'elezione di Pio VI, molto amico di famiglia Monsignor Lambertini cercò la sua intercessione per risolvere la grave crisi finanziaria che colpì lui e il fratello Giovanni, ma inutilmente.  Nel 1788 il prelato ottenne dall'Ordine di Malta una proroga di nove anni sugli affitti dei terreni della Commenda al fine di avere sostentamento per la famiglia. Nel frattempo Giovanni e la moglie, dopo la morte dell'unico figlio Carlo Emanuele, lasciarono Bologna per trasferirsi a Roma dal fratello sacerdote per poi tornare solo l'anno dopo accogliendo l'amica Carlotta Stuart morente.  Monsignor Lambertini, con la famiglia ormai ridotta in povertà e  il fratello malato, fu costretto a rinunciare alla carriera ecclesiastica e tornare allo stato laicale.  Rientrato a Bologna nel 1792 sposò la sua cameriera Maria Vincenza, figlia del suo servitore Giuseppe Farnè, che da Bologna lo seguì a Roma e di Giovanna Lavizzani, romana anch'essa sua servitrice. Il suo gesto, figlio dell'estrema possibilità di continuare la discendenza della famiglia, lo portò alla Degradazione e conseguente perdita di ogni titolo non solo ecclesiastico. Il 23 marzo 1796 affittò una parte del terreno della Commenda di Santa Maria del Tempio a Giovan Battista Garagnani di Piumazzo, zio di Ubaldo Garagnani sposo di Caterina Pezzoli. Cesare Francesco non ebbe eredi maschi ma una sola femmina Anna Lambertini  che sposò il figlio di Ubaldo Garagnani e della Pizzoli, Filippo. Da quel matrimonio ci fu un lento risollevarsi degli eredi di quella che fu una delle più importanti famiglie bolognesi caduta in disgrazia ed estrema povertà. Da Filippo, che anni più tardi diventerà marchese, e da Anna nasce il Raffaele Garagnani che poi sposa Rita Fanti, da loro Teobaldo Garagnani  che sposa Cecilia Podestà, da loro Francesco Giuseppe che sposa Dorina Morazzini discendente dei Grimaldi di Genova e nipote del Cardinale Eugène Tisserant, da loro Alda sposa Leo Silighini, da loro Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini.

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Beata Imelda Lambertini
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Beata Giovanna Lambertini
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Beata Rengarda Armi

LEONARDO DA VINCI E LA FAMIGLIA LAMBERTINI

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Palazzo Felicini Lambertini, e tutt’ora quasi interamente conservato nella sua originaria architettura bentivolesca e custodisce fra le sue mura importanti opere di scuola bolognese, l’edificio, ricoperto in terracotta, ospitò agli inizi del Cinquecento, precisamente nel 1515, il grande Leonardo da Vinci e Filiberta di Savoia.I due erano al seguito del re di Francia Francesco I (nipote di Filiberta in quanto figlio di Luisa sua sorella) quando si incontrò a Bologna con il papa Leone X ( l’incontro segnò il concordato che riconosceva i diritti della Chiesa gallicana, e che durerà quasi immutato fino alla Rivoluzione Francese). Giovanna Felicini, moglie di Giovanni Battista Lambertini era proprietaria col fratello Giovanni del palazzo del padre Bartolomeo posto nel pressi di Via Galliera. Nel 1515 proprio in quella mura Leonardo iniziò a dipingere nella versione attuale il suo quadro più famoso  prendendo a posare Filiberta di Savoia e non, come invece si pensa, unicamente Lisa di Francesco del Giocondo dalla quale il nome Monnalisa (Madonna Lisa) modella probabilmente della versione iniziale descritta da Giorgio Vasari (descrive la "peluria" delle sopracciglia , quando la Gioconda non ne ha così come le fossette inesistenti ma da Vasari esaltate come fossette ben visibili) e da  Agostino Vespucci che nel 1503 conferma l'esistenza di un ritratto di Lisa del Giocondo. Questo viene spiegato grazie ai raggi X che dimostrano che sotto il quadro attuale esistono almeno altre 4 versione della modella.

LEOPARDI E I LAMBERTINI

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Monaldo Leopardi (padre del futuro poeta Giacomo) era un giovane ventenne brillante che voleva realizzare per se le vite fantastiche e ricche d'amori che leggeva nei romanzi. nel 1796 fu convinto dall'amico Conte Luigi Gatti a fidanzarsi con la Marchesa Diana, figlia del Marchese Camillo Zambeccari e della Principessa  Laura Lambertini, figlia del Principe Egano nipote di S.S. Papa Benedetto XIV. Fu proprio a casa dei principi Lambertini che si ufficializzò il fidanzamento e si firmò l'accordo notarile per il Matrimonio. Il Leopardi prese per se la dote di 20.000 scudi e diede ordine di organizzare un matrimonio sontuoso, portando  il marchese Zambeccari a spendere altri 5.000 scudi per l'organizzazione di quello che doveva essere l'evento più mondano della nobiltà dell'epoca. Monaldo lasciò poi Bologna per recarsi presso la sua famiglia che nel frattempo entusiasta per questa unione ricevette lettere piene d'amore perfino dalla futura sposa.
A quel punto Monaldo cambiò idea e decise di inviare una lettera anonima al Marchese Zambeccari avvertendolo che sua figlia sarebbe stata infelice per tutta la vita in quanto Monaldo era preso dal desiderio di libertà e per nulla convinto di questo Matrimonio. A quel punto fu l'inizio dello scioglimento e del lauto rimborso, che costrinse Monaldo a dare fodero a quasi tutti i beni di famiglia per risarcire i Zambeccari Lambertini. L'anno dopo, preso da un altro colpo di testa sposò la Marchesa Adelaide Antici, già promessa a un'altro e nonostante la sua stessa madre lo implorò in ginocchio di non contrarre quel Matrimonio visti passati dissidi tra i Leopardi e gli Antici, l'unione andò a buon fine e nome mesi più tardi nacque Giacomo Leopardi

LA PARÌA D'IRLANDA  E I LAMBART, CONTI DI CAVAN

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L'antica famiglia irlandese dei Lambart, attuali Conti di Cavan, membri della Parìa d'Irlanda,  discende da Lamberto conte di Lovanio. Il secondo dei suoi figli, Mundo, discese a Bologna da Lovanio con Ottone di Sassonia dando origine alla  famiglia Lambertini, il terzo figlio, Rodolfo, si stabilì in Normandia, si sposò e ebbe un figlio chiamato Rodolph de Lambart, che accompagnò Guglielmo il Conquistatore nella sua spedizione in Inghilterra nel 1066 spostando la famiglia nell'attuale Regno Unito. Oggi il titolo di Conte di Cavan è in disputa tra i discendenti dell'ultimo Conte di Cavan morto senza eredi maschi. Tra i personaggi oggi appartenenti alla famiglia c'è Lady Rose Hanbury, amica intima dei principi William e Kate e nipote di Lady Elizabeth Lambart di Cavan, damigella d'onore al Matrimonio della Regina Elisabetta II d'Inghilterra

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Silighini Garagnani Lambertini
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