SILIGHINI GARAGNANI LAMBERTINI
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IL CASATO LAMBERTINI

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Le origini
Secondo Pompeo Scipione Dolfi (Cronologia delle famiglie nobili di Bologna), la famiglia Lambertini ebbe origine nell'anno 976 da Lamberto figlio del conte Mondo di Sassonia, che per Filelfo venne con l'imperatore Ottone I in Italia, e si stabilì a Bologna, mentre Alidosio afferma che non venne con quel principe, ma con un re longobardo che si recò a Bologna. Francesco Amadi scrive la serie cronologica dei Lambertini fin dall’anno 976 a Bologna con una continuata discendenza di personaggi insigniti di onori come ambasciatori, generali, capitani, governatori, senatori de 'sedici de 'venti e de' quaranta, ed altri illustri nella pace, nella guida, ed anche nella santità. Per i servigi prestati al Re d'Aragona, i Lambertini ottennero anche alcuni feudi nel regno di Napoli.
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ALBERO GENEALOGICO

LAMBERTINI
Principi, come familiari del Pontefice

Eredi dei Duchi di Persiceto
Marchesi di Poggio Renatico, Caprara, Cornelia
Patrizi di Roma, Genova, San Marino
Nobili di Venezia, Ferrara, Spagna
Membri della Milizia Aurata con nobiltà ereditaria
FotoLeopardo illeonito, stemma dei Lambertini prima della concessione del Re d'Aragona
Alice Silighini Garagnani Lambertini 2011
Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini 1976- Francesca La Gala 1983
Alda Garagnani 1946-2021 - Leo Adriano Silighini 1947- 2018
Francesco Giuseppe Garagnani 1908-1985 - Dorina Irma Teresa Morazzini 1917-2011
Teobaldo Garagnani 1861 -Cecilia Podestà 1883
Raffaele Garagnani 1821-Rita Fanti 1822
Anna Lambertini-Filippo Garagnani
Principe Cesare Camillo Francesco Lambertini, Marchese di Poggio Renatico -Maria Vincenza Lavizzani Farnè
Principe Egano Lambertini, Marchese di Poggio Renatico - Margherita Spada * 1719
Giovanni Lambertini Marchese di Poggio Renatico - Marianna Mansi
Marcello Lambertini * c. 1645 -Lucrezia Bulgarini * c. 1650
Giovanni Lambertini -Lavinia Pollicini
Giulio Cesare Lambertini +1611 -Lucrezia Scappi
Bartolomeo Lambertini -Elena Malvezzi
Lodovico Lambertini -Valeria Armi
Giovanni Battista Lambertini +Trento- Giovanna Felicini
Bartolomeo (1410) Francesca Mazoli
Alberto -Maddalena Capelli
Aldraghetto 1355-1412
Egano 1325- Tommasina Da Castelbarco
Guido- Pina Malavolti
Egano -Beatrice Roberti da Reggio 1288
Lambertino-Villana Di Scotto da Castel de’Britti 1260-1303
Iacopino (-Giborra?) 1230-1265
Lamberto 1210-1265
Guido 1180-1258
Guido 1150-1222
Lamberto 1120-1170
Wido (Baldovino ???) 1090-1169
Lamberto Lambertini 1040-1105
Mundo (1010/1062)
Lamberto (ca 970/1049) -Richilda
Lamberto (920?/1007?)
Giovanni (ca 886/970)
Petronio/Petronius (820/887) duca di Persiceto – Vulgunda (chiamata anche Acia sorella di Guibodo/Vidibondo/Vidiboldo nipote di 
Carlo Magno. Altri fratelli erano Rodolfo e Geroino)
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discesi da LOVANIO


I Duchi di Persiceto (c.a. 800-850)
Ermengarda madre di Pietro Petrone (c.a. 730-802)- Orso II 802 ancora vivo.
​Monaca nel 789 dona tutti i beni al Monastero di Nonantola (c.a. 750-776).
Nel 772 diventa Duca Giovanni Duca di Persiceta e del Ponte Duce (c.a. 700-772)
Orso I diventa Duca nel 728, Duca di Bologna e Duca di Imola nominato da Re Astolfo Arislada

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I membri principali e la famiglia oggi
  • Gherardo Lambertini fu comandante delle truppe bolognesi a Gerusalemme durante le Crociate nell'anno 1095.
    Ugolino Lambertini è stato uno dei fondatori dell’Ordine equestre dei Frati Gaudenti detto anche Ordine di Santae Mariae Gloriosae che fiorì nel 1233.
    Alberto Lambertini fu arcivescovo di Milano nel 1311.
    Balduino Lambertini morì vescovo di Brescia nel 1348.
    La Beata Imelda Lambertini (che il Marchesi nel suo Diario domenicano dice essere domenicana, ed il Torelli nel Saec. August. tom. IV, un. 1253, c tom. V an. 1333, la segna come agostiniana), morì giovanissima nel 1333 con riconosciuta santità. La prima biografia della Beata Imelda in volgare fu scritta dal monaco Celso Sassoferrato, tradotta in latino ed in fiammingo da Giambattista Lambertini nobile fiammingo dei Lambertini bolognesi oriundo che la pubblicò in Anversa nel 1638 e fu illustrata dal Bollandista Enschenio negli Acta ss. maii, al 12 del mese, tom. III, p. 183.
    La Beata Giovanna Lambertini, figlia di Rinaldo Lambertini, religiosa era la compagna di vita di Santa Caterina da Bologna. La sua biografia venne scritta dai Bollandisti nel tom. Il, Acta ss. mart. pag. 60 e 80. Viene venerata il 12 aprile.
    Egano II ebbe dagli anziani e dai consoli di Bologna il 23 maggio 1383 il titolo di Conservatore della Patria.
    Guido Antonio figlio di Aldagretto fu il primo dei Lambertini che il 12 novembre 1441 ebbe come feudo la contea di Poggio Renatico, Caprara e Rognatica, col consenso di Cervato Cecco di Caravaggio, luogotenente di Nicolò Piccinini per il Duca di Milano, concesso ad esso dai legati pontifici e confermato da Nicolò V il 18 febbraio 1449.
    Cornelio figlio di Guido ottenne di passare nel 1625 questa contea in marchesato. I suoi successori aggiunsero poi Villa Cornelio a questi feudi, che tutti insieme contenevano sei miglia di lunghezza e quattro di larghezza.
    I Lambertini possedettero in Bologna molte case e palazzi con torri. Nel più antico loro palazzo fu rinchiuso Enzo Re di Sardegna, figlio naturale dell 'imperatore Federico II, ed ancor oggi appare nei pressi della Cattedrale al fianco del Palazzo del Podestà chiamato “Palazzo del Re Enzo”. Un altro palazzo con torre, ricco d'ornamenti di terra cotta è in via degli Orefici riconoscibile da una finestra decorata, passato poi in uso di locanda chiamata del “Leoncino d'oro”. La casa Lambertini, nella quale nacque quello che fu poi Benedetto XIV, fa angolo al piazzale dinanzi alla chiesa di San Giacomo degli eremitani agostiniani, ed ha il suo ingresso dal lato della via delle vetrate. In passato ne era proprietario il conte Ottavio Malvezzi - Ranuzzi. Su di un capo delle scale è collocata una lapide coi seguenti versi: “Parva domus Benedictum excepi matris alvo Magnam parva cui maxima Roma fecit”. Quello che più di tutti illustrò la famiglia Lambertini e che ha lasciato nome immortale, fu Prospero, nato nel 1675 in Bologna da Marcello Lambertini senatore de' quaranta, e da Lucrezia Bulgarini, che dopo la morte di Marcello passò in seconde nozze col conte Luigi Bentivoglio. Prospero divenuto profondo giureconsulto, prelato, vescovo e cardinale, nel 1740 è stato sublimato alla cattedra apostolica col nome di Benedetto XIV. Senza spogliarsi della sua antica affabilità e cortesia, il magnanimo e dottissimo Pontefice, fece provare a tutti la sua benevolenza e generosità, tranne ai parenti coi quali fu parco di beneficenze. Il celebre gesuita p. Azevedo nella lettera con cui gli dedicava l'edizione romana delle sue opere, fatta nel 1747, ecco come si espresse per riguardo ai di congiunti del Papa: “Nota est enim omnibus constantia illa, nota animi fortitudo atque severitas, qua uteris in Tuosalienos omnes paterna quadam, ac singulari cura complectaris quasi essent Tui, his vix adduceris, ut communia debitaque omnibus officia sollecitudinemque impendas; quam ego laudem nisi tantum esse fatear, ut in maximo amatissimoque principe sit omnium difficillima, communi videa hominum sensa judicioque carere".

FotoIl primo principe Lambertini, Egano. Nipote di S.S. Benedetto XIV
 Benedetto XIV aveva un nipote, il Principe don Egano Lambertini senatore di Bologna, al quale appena diventato Papa ordinò di non venire a Roma finché non venisse chiamato, ciò che mai fece nel suo lungo pontificato. Permise solo che nel 1752 venisse a Roma per educarsi nel collegio Clementino, il Principe don Giovanni Lambertini primogenito di Egano, allora di nove anni, il quale prima di entrarvi abitò con monsignor Millo datario e favorito del Pontefice, che lo aveva preso a Bologna. Questo prelato lo condusse a Castel Gandolfo alle villeggiature di Benedetto XIV, il quale li lo cresimò facendogli da padrino il cardinal Colonna. Grato al Papa, Carlo Emanuele III re di Sardegna, per le concessioni fatte all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, in segno di gratitudine e della stima personale che aveva in lui, nel 1757 conferì al pronipote don Giovanni una commenda dello stesso ordine equestre esistente in Civitavecchia , della quale ne accordò il patronato alla casa Lambertini, non solo per la discendenza mascolina agnatizia in perpetuo, ma che per una volta potesse ancora passare nella discendenza mascolina d'una femmina, figlia o sorella primogenita dell’ultimo possessore della stessa commenda. Inoltre il Re dichiarò don Giovanni gran-croce dell'ordine e perpetuo gran priore in Roma con l'annua pensione di duemila scudi. Gli rimise una croce di brillanti del valore di seimila scudi, pregando Benedetto XIV che volesse dar l'abito e la croce al pronipote, ciò che eseguì nel giorno dell'Epifania del seguente anno. Essendo restata vacante la custodia della Porta Angelica di Roma, Benedetto XIV nel 1750 la conferì al nipote don Egano per lui e i suoi discendenti maschi in infinito con ordine di primogenitura, coi relativi pesi ed emolumenti. Morì il gran Pontefice il 3 maggio 1758 a ottantatré anni e fu sepolto nella basilica vaticana. ll cardinal Gioacchino Ferdinando Portocarrero, da lui creato, decise di celebrargli esequie annuali finché in vita, ed offri una considerabile somma per erigere al defunto Pontefice un marmoreo e magnifico monumento nella stessa Basilica di San Pietro. Questo gesto venuto a conoscenza dagli altri cardinali creati da Benedetto XIV, li spinse a concorrere all'erezione del monumento, del quale si parla nel vol. XII, pag. 30 del Dizionario. Il deposito terminò nel 1769, e si scoprì nel tempo della sede vacante che ebbe termine con l'elezione di Clemente XIV Pontefice che dichiarò il Principe commendatore don Cesare Lambertini cameriere segreto soprannumerario, obbligato a portare la berretta al cardinal de Cunha arcivescovo d'Evora. La Vita di Benedetto XIV P. M. fu stampata in Venezia nel 1783. Nel tom. XI delle Memorie letterarie del Valvasense pag. 417 si legge un succinto ragguaglio delle sue azioni e stimatissime opere, e si producono ancora i fatti principali della sua vita. I familiari di S.S. Benedetto XIV, essendo il Sovrano Pontefice riconosciuto come Pater Principum et Regum dai monarchi cattolici, avevano il titolo di Principe considerati tradizionalmente al pari delle famiglie sovrane.

FotoSanta Maria del Tempio a Bologna. "La Magione", palazzo templare diventato poi Commenda dell'Ordine di Malta conferita al Principe Cesare Lambertini. Ultimo Commendatore dell'Ordine
 Il Principe Don Cesare Camillo Francesco Lambertini (n. Bologna 19 feb.1748, m. Bologna il 3 ap. 1821) il 6 marzo 1750 venne aggregato all'Ordine di Malta e il 19 ottobre 1751 gli veniva conferita la commenda di Santa Maria del Tempio di Bologna. Nel 1762 ebbe come padrino di Cresima il re Carlo III di Spagna, funzione svolta nella cappella del Palazzo Lambertini in via Santo Stefano e ufficializzata da S.S. Papa Clemente XIII. Nel 1789 dopo la morte dell’amico Carlo Edoardo Stuart, il “Bonnie Prince Charlie” erede al trono di Inghilterra, ospitò nella sua casa la figlia, Carlotta duchessa d’Albany che li morì amorevolmente assistita dalla famiglia Lambertini. Cesare nel 1792 sposò Maria Vincenza Lavizzani Farnè, figlia di un suo assistente che lo seguì a Roma. Il 23 marzo 1796 affittò una parte del terreno della Commenda di Santa Maria del Tempio a Giovan Battista Garagnani, fratello del M.se Ubaldo Garagnani sposo della C.ssa Caterina Pezzoli. Il Principe Cesare non ebbe eredi maschi ma una sola femmina Anna Lambertini (n. Bologna 12 mag. 1793) che sposò il figlio del M.se Ubaldo Garagnani e della C.ssa Pezzoli, Filippo. Dal M.se Filippo e dalla Principessa Anna nasce il M.se Raffaele Garagnani che sposa la N.D. Rita Fanti, da loro Teobaldo Garagnani sposa Donna Cecilia Podestà, da loro Francesco Giuseppe che sposa Dorina Morazzini discendente dei Grimaldi di Genova e nipote del Cardinale Eugène Tisserant, da loro Alda Camilla sposa Leo Adriano Silighini, da loro Luciano Francesco capostipite del casato oggi denominato Silighini Garagnani Lambertini e Benemerito della Santa Sede.

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Beata Imelda Lambertini
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Beata Giovanna Lambertini
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Beata Rengarda Armi

LEONARDO DA VINCI E LA FAMIGLIA LAMBERTINI

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Palazzo Felicini Lambertini, e tutt’ora quasi interamente conservato nella sua originaria architettura bentivolesca e custodisce fra le sue mura importanti opere di scuola bolognese, l’edificio, ricoperto in terracotta, ospitò agli inizi del Cinquecento, precisamente nel 1515, il grande Leonardo da Vinci e Filiberta di Savoia.I due erano al seguito del re di Francia Francesco I (nipote di Filiberta in quanto figlio di Luisa sua sorella) quando si incontrò a Bologna con il papa Leone X ( l’incontro segnò il concordato che riconosceva i diritti della Chiesa gallicana, e che durerà quasi immutato fino alla Rivoluzione Francese). Giovanna Felicini, moglie di Giovanni Battista Lambertini era proprietaria col fratello Giovanni del palazzo del padre Bartolomeo posto nel pressi di Via Galliera. Nel 1515 proprio in quella mura Leonardo iniziò a dipingere nella versione attuale il suo quadro più famoso  prendendo a posare Filiberta di Savoia e non, come invece si pensa, unicamente Lisa di Francesco del Giocondo dalla quale il nome Monnalisa (Madonna Lisa) modella probabilmente della versione iniziale descritta da Giorgio Vasari (descrive la "peluria" delle sopracciglia , quando la Gioconda non ne ha così come le fossette inesistenti ma da Vasari esaltate come fossette ben visibili) e da  Agostino Vespucci che nel 1503 conferma l'esistenza di un ritratto di Lisa del Giocondo. Questo viene spiegato grazie ai raggi X che dimostrano che sotto il quadro attuale esistono almeno altre 4 versione della modella.

LEOPARDI E I LAMBERTINI

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Monaldo Leopardi (padre del futuro poeta Giacomo) era un giovane ventenne brillante che voleva realizzare per se le vite fantastiche e ricche d'amori che leggeva nei romanzi. nel 1796 fu convinto dall'amico Conte Luigi Gatti a fidanzarsi con la Marchesa Diana, figlia del Marchese Camillo Zambeccari e della Principessa  Laura Lambertini, figlia del Principe Egano nipote di S.S. Papa Benedetto XIV. Fu proprio a casa dei principi Lambertini che si ufficializzò il fidanzamento e si firmò l'accordo notarile per il Matrimonio. Il Leopardi prese per se la dote di 20.000 scudi e diede ordine di organizzare un matrimonio sontuoso, portando  il marchese Zambeccari a spendere altri 5.000 scudi per l'organizzazione di quello che doveva essere l'evento più mondano della nobiltà dell'epoca. Monaldo lasciò poi Bologna per recarsi presso la sua famiglia che nel frattempo entusiasta per questa unione ricevette lettere piene d'amore perfino dalla futura sposa.
A quel punto Monaldo cambiò idea e decise di inviare una lettera anonima al Marchese Zambeccari avvertendolo che sua figlia sarebbe stata infelice per tutta la vita in quanto Monaldo era preso dal desiderio di libertà e per nulla convinto di questo Matrimonio. A quel punto fu l'inizio dello scioglimento e del lauto rimborso, che costrinse Monaldo a dare fodero a quasi tutti i beni di famiglia per risarcire i Zambeccari Lambertini. L'anno dopo, preso da un altro colpo di testa sposò la Marchesa Adelaide Antici, già promessa a un'altro e nonostante la sua stessa madre lo implorò in ginocchio di non contrarre quel Matrimonio visti passati dissidi tra i Leopardi e gli Antici, l'unione andò a buon fine e nome mesi più tardi nacque Giacomo Leopardi

LA PARÌA D'IRLANDA  E I LAMBART, CONTI DI CAVAN

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L'antica famiglia irlandese dei Lambart, attuali Conti di Cavan, membri della Parìa d'Irlanda,  discende da Lamberto conte di Lovanio. Il secondo dei suoi figli, Mundo, discese a Bologna da Lovanio con Ottone di Sassonia dando origine alla  famiglia Lambertini, il terzo figlio, Rodolfo, si stabilì in Normandia, si sposò e ebbe un figlio chiamato Rodolph de Lambart, che accompagnò Guglielmo il Conquistatore nella sua spedizione in Inghilterra nel 1066 spostando la famiglia nell'attuale Regno Unito. Oggi il titolo di Conte di Cavan è in disputa tra i discendenti dell'ultimo Conte di Cavan morto senza eredi maschi. Tra i personaggi oggi appartenenti alla famiglia c'è Lady Rose Hanbury, amica intima dei principi William e Kate e nipote di Lady Elizabeth Lambart di Cavan, damigella d'onore al Matrimonio della Regina Elisabetta II d'Inghilterra

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I GARAGNANI

Marchesi originari di Carignano, Baroni del Sacro Romano Impero

Le origini

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La famiglia Garagnani è originaria di Carignano nel parmense dove nel 964 vennero nominati Marchesi dal Vescovo Oberto. Nel XIV secolo passarono in Padova dove si distinsero per opere e censo. Portavano il titolo baronale del Sacro Romano Impero. Furono tra i fondatori dell'Università di Padova e si imparentarono con la famiglia del doge di Venezia Andrea Contarini. Nel 1464 si trasferì nel bolognese e precisamente a Crespellano dove tuttora possiede proprietà terriere e l'antico castello. A Bologna, tra la Porta Galliera e la Porta Lame, la famiglia possedette vasti appezzamenti di terreno che furono conosciuti fin dai primi del XIX secolo col nome di "Orti Garagnani". Nella stessa città sorge il Palazzo Garagnani che venne edificato nel XVI secolo, probabilmente su disegno di Andrea Marchesi, detto anche il Formigine, architetto e intagliatore di origine modenese. All'interno di Palazzo Garagnani è ancora intatta una spettacolare scala barocca, risalente al 1750 e progettata da Giovanni Carlo Bibiena. Imparentatesi con le più nobili famiglie italiane (gli Sforza, i Visconti, i Pallavicino, i Landi, i Malatesta), sul finire del Settecento Filippo Garagnani sposò Anna, l'ultima principessa Lambertini Marchesa di Poggio Renatico, pronipote di Beata Imelda e di papa Benedetto XIV e i loro figli assunsero i titoli dei Lambertini per tradizione ereditaria.
​Filippo era senatore del Regno d'Italia ai tempi di Napoleone e suo figlio Raffaele (Raffaello) avvocato e professore di Belle lettere a Bologna (lasciò poi la cattedra a Giosuè Carducci prima e a Pascoli dopo) fu Console Pontificio presso Genova e dopo il 1860 a seguito dell'unificazione si schierò con il Regno d'Italia portando alla divisione in due rami della famiglia: i "biondi" seguaci di Cesare, fedeli a papa Pio IX e nominati poi conti ed i "neri" seguaci di Raffaele (Raffaello), favorevole all'Unità d'Italia portatori del titolo di marchesi.
Scrittore di molte opere, Raffaele (Raffaello) Garagnani proprio in un suo libro edito nel 1860, La Lega Lombarda con lo stile romantico del tempo ambientava le novelle di Alberto da Giussano ai giorni suoi invitando il Papa a "sentirsi italiano". Per questo motivo si scatenarono le ire del Pontefice e a Raffaele, già rifugiatosi a Saluzzo in compagnia del Prati al seguito di un'insurrezione da lui guidata a Bologna nel 1853 contro gli Austriaci, gli furono confiscati titoli nobiliari e beni, nonché gli fu tolta la possibilità di esercitare le sue professioni. Dopo il 1870 Raffaele poté tornare alla sua attività ma non entrò più in possesso dei suoi beni passati ai "biondi" restati fedeli al Papa. Raffaele era Cavaliere Quirito, Cavaliere Romanista, Cavaliere Tiberino, membro della Romoludum Familiae, Cavaliere Pastore Arcade col nome di Terpandro Seicionio.
Teobaldo, figlio di Raffaele, nato a Mondovì, era Capitano marittimo e spostò la famiglia in Liguria. Suo figlio Francesco Giuseppe, nacque a Loano. Direttore della Banca Commerciale di Genova, durante la Seconda Guerra Mondiale carabiniere, comandante al servizio della Quinta Armata, fu pluridecorato dagli Stati Uniti d'America per l'attività svolta durante la Resistenza.

Gabriele Migliardi "Villa Edvige Garagnani. Origini, storia e restauro"
Libro d'oro della Nobiltà Italiana
Collegio Araldico


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Stemma presente a Villa Garagnani a Zola Predosa
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Stemma presente alla Consulta Araldica di Roma
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Stemma presente a Palazzo Garagnani a Bologna

La genealogia

da Caragnano

FotoCASTELLO GARAGNANI, CRESPELLANO (BOLOGNA)
928 Caragnano
965 Adalberto
Sp. Adelaide Arduinici
997 Bernardo
Sp. Beatrice de’ Rossi
1031 Umberto
Sp. M.Sa Beatrice di Canossa
1059 Bartolomeo
Sp. Agelburga da Correggio
1092 Guido
Sp. Caterina Albergati
1117 Andrea
Sp. Francesca Ghislieri
1143 Giacomo
Sp. Elena Seccadenari
1178 Francesco
Sp. Lucrezia Dal Verme
1202 Rodolfo
Sp. Alberica Barattieri
Acquista possedimenti a Padova e partecipa alla fondazione dell’Università
1230 Guido

FotoPALAZZO GARAGNANI, VIA CASTIGLIONE A BOLOGNA
Sp.Francesca Pallavicino
1264 Umberto
Sp. Beatrice da Carrara
1297 Giovanni
Sp. Agnese Scrovegni
1324 Andrea
Sp. Angela Obizzi
Paolo 1350
Sp. Angela Visconti
Nicolo’ 1380-1451
Sp. Francesca Contarini
(Padova)
Giacomo (Fratello di Rodolfo) 1437-1518
Sp. Anna Dalle Olle
(Serra Valle) Località Lavecchio tra le comunità di Serra Valle, Monteveglio, Monte Budello E Savignano
Battista 1457
(Serravalle)
Sp. Giulia Cattani
Gaspare 1500
Sp.Isabella Ghisilieri
Domenico 1550
Sp.Annamaria Grassi


FotoPALAZZO GARAGNANI, STRADA MAGGIORE BOLOGNA
Francesco (Monte Budello) 1603
Sp.Maddalena Balotti
Domenico 1624
Sp.Maddalena Minoli
Andrea 1670
(Piumazzo/Crespellano)
Sp. Eleonora Pepoli
Francesco 1710
Sp.Maria Malvezzi
Ubaldo 1745
Sp. Caterina Pezzoli
Filippo 1792
Sp. Anna Lambertini
Raffaele 1821
Console Pontificio a Genova
Cavaliere Quirito, Cavaliere Romanista, Membro della Romoludum Familiae, Cavaliere Pastore Arcade
Sp. Rita Fanti (ultima di stirpe Patrizia e discendente dei Malatesta)
(Bologna)
Teobaldo 1861
Sp. Cecilia Podestà
(Mondovi’-Loano)
Francesco 1908
Sp. Dorina Morazzini
(Loano-Genova)
Alda 1946
Sp. Leo Silighini
(Genova)
Luciano (con concessione Ministeriale aggiunta cognome Garagnani e Lambertini) 1976
Sp. Francesca La Gala
(Genova-Saronno)
Alice 2011

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La N.D. Rita Fanti discendente dei Malatesta e il Marchese Raffaele Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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Il Marchese Teobaldo Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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Dorina Morazzini e il Marchese Francesco Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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Santa Gemma Galgani, cugina della N.D. Cecilia Podestà Garagnani tramite la madre N.D. Aurelia Landi

I SILIGHINI

Conti originari di Sogliano e Ficareto

Le origini

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I Castelli del Contado barigellato di Rimini al Giuramento della Calbana
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Casa Silighini alle Ville di Montetiffi
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Podere Silighini, località Poggio a Montetiffi
FotoStemma Salua, blasone cesenate

La famiglia Silighini deriva probabilmente dalla famiglia “Sullia”, forse chiamata anche "Salua " e riferita al termine dialettale “Salghè” (pavimentare,selciare,in dialetto romagnolo). Intorno al 1200 si formò il cognome quasi definitivo di Saluaghinem diventato poi nel 1500 Silighinem da Silghen (costruttore di strade in selce). Ernestus Sullia nell'870 fu nominato Conte da Johannes archiepiscopus Ravennatis. La famiglia potrebbe dare il nome al Fundus Sulliano e Ficareto come riporta il Codice bavaro al numero 19 ed essere i cosiddetti “Sylla” o “Sulia” che la maggior parte degli scrittori ipotizzano come i fondatori del primo nucleo del territorio di Sogliano. I Silghen hanno infatti costruito le strade che dal "Castrum Sulliani" nel 1144 portavano ai castelli vicini (tutte realizzate appunto lavorando il "sasso vivo" selice). L'arma originale conservata nella collezione Vallardi è con due spighe d'oro su argento indicati come Conti ed è riportata anche sul muro esterno principale della Casa Silighini alle Ville di Montetiffi e su vari documenti di Matilde Maccari Silighini derivante probabilmente dal sostantivo femminile latino “siligo-siligini”, frumento di prima qualità. È invece conservata nel Blasone Cesenate riportante il nome "Salua" un arma con due leoni neri su oro presumibilmente con la stessa origine familiare. Il termine Saluaghinem o Salighinem fu usato ai tempi delle "pergamene degli statuti soglianesi" volute da Giovanni Malatesta nel XV secolo in quanto è così scritto negli atti di nascita della chiesa di San Leonardo.
Nel 1186 i Malatesta acquistarono dal riminese Ugo Maltalone una parte di terreno appartenente all'antico fundus. Nel settembre del 1233 Ugolino Sullia, Console di Sogliano, prestò giuramento a Rimini (giuramento della Calbana).
Nel 1312 i Malatesta di Rimini e di Verucchio, acerrimi nemici di quelli del ramo di Sogliano, conquistarono il castello per poi distruggerlo. Nel 1371 il castrum era ancora in mano ai Malatesta di Rimini, dopo non molto tempo ritornerà agli antichi conti Malatesti.
Nel 1400 per opera del signore Giovanni Malatesta, Sogliano ebbe gli statuti scritti su pergamena. La signoria dei Malatesta durò fino al 1666, anno in cui passò sotto il dominio della Chiesa e i Malatesta lasciarono il territorio al contrario dei Silighini che continuarono a occuparsi delle faccende legali e politiche del paese.
Nel XV secolo il conte Pietro Saluaghinem aveva il giuspatronato sulla Chiesa di San Leonardo a Montetiffi, passata poi a Commenda dei Guidi di Bagno e poi ai Pioppi fino al XIX secolo.
Nel 1500  nasce il pronipote del conte Pietro registrato come conte Leonardus Silighinem.
​Sul finire del 1600 i Silighini si spostano nel territorio delle Ville di Montetiffi, precisamente nella zona di Ca’ Scandaccia, dove Sebastiano esercitò la professione di avvocato e dove tuttora è la residenza di famiglia.
Il cognome Silighini si è formato dal termine dialettale romagnolo "Silghen", che nel territorio di Sogliano ha significato essere stati i pavimentatori delle strade in selce, come ricordo dei primi lavori di "urbanizzazione" svolti a Sogliano.

Morgagni "Epistole emiliani"
Antonini "Antichità di Sarsina"
'Amati "Passaggio di Annibale"

Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750, 1763. Con le prefazioni critiche di Giuseppe Catalani. Tomo primo.
Angelo Squarti Perla, Araldica e nobiltà nelle Marche, 2015.

La genealogia dei
​Silighini.

Dai Saluaghinem ai Silighinem

FotoEstratto dall'antica Araldica di Antonio Vallardi. "Famiglie nobili della Romagna"
(Da qui identificato nell’archivio parrocchiale di Sogliano)
1413 Pietro - Serra (Petrus Comes Saluaghinem)
1443 Ludovico - Nardi
1471 Andrea -Villani
1500 Leonardo-Ricci  (Leonardus Comes Silighinem)
1531 Antonio -Nardini
1560 Giovanni-Baldelli
1594 Carlo- Marcosanti
1620 Pietro- Nucci 
1656 Francesco- Allocatelli
1680 Sebastiano –Guidi 
1716 Pietro - Enrichetta Laziosi
1746 Sebastiano - Sofia Piscaglia
1770 Leonardo - Rita Piscaglia
1800 Giuseppe - Maria Bagagli
1830 Pietro - Elisabetta Sabattini
1863 Antonio - Santa Matilde Maccari
1906 Giovanni - Lucia Balzani
1947 Leo - Alda Garagnani
1976 Luciano Francesco - Francesca La Gala
2011 Alice 


LA FAMIGLIA GRIMALDI

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I Grimaldi sono un'antica famiglia di origine genovese che regna su Monaco dal XIII secolo, prima come signori e poi come principi, ed è attualmente rappresentata dal principe sovrano Alberto II Grimaldi.
Fu una delle cinque più importanti casate della nobiltà feudale della Repubblica di Genova, assieme ai Doria, agli Spinola, ai Fieschi e agli Imperiale. Si arricchì con mercatura, finanza, acquisto di terre. Si divise in vari rami con titoli principeschi, ducali e marchionali,  prevalentemente in Italia, Francia e Spagna.Molte stirpi genovesi assunsero il cognome Grimaldi tramite l'istituto dell'Albergo dei Nobili; tra le casate illustri si trovano, ad esempio, i De Castro e i Durazzo.
Il famoso ramo di Monaco è estinto nella linea maschile sin dal XVII secolo, dalla morte del principe Antonio I Grimaldi; tuttavia, sua figlia Luisa Ippolita, succeduta al padre, sposò Jacques François Léonor Goyon de Matignon, che divenne, dopo la morte della moglie, principe di Monaco jure uxoris, adottando il nome e le armi dei Grimaldi e garantendo in questo modo la continuità della famiglia. Ma, a sua volta, questo ramo si estinse in linea maschile nel XX secolo, con la morte del principe Luigi II Grimaldi; tuttavia, ancora una volta, la dinastia continuò in linea femminile grazie a sua figlia Charlotte, che sposò il conte Pierre de Polignac, il quale, per contratto matrimoniale, adottò il nome e le armi dei Grimaldi; da Charlotte e Pierre discende l'attuale principe sovrano.
Il ramo originale genovese si estinse nel XIX secolo con Dominica sposa di Raffele Costa. Oggi sono eredi diretti i Garagnani di Genova.
Lo stemma è Fusato d'argento e di rosso, il motto è Deo Juvante

Grimaldi. Patrizi di Genova
La genealogia

Otto Canella 1100-1143 
Grimaldo Canella  Console di Genova 1130 
Oberto Grimaldi 1188- Corradina Spinola 
Ingone Grimaldi 1210 
Boarello Grimaldi- Agnese 1230 
Corrado Grimaldi 1250 
Boarello Grimaldi 1270–Ginevra Salvago 
Corrado Grimaldi Signore di Stella 1290 - Isabella Doria 
Luca Grimaldi 1313- Maria Lomellini 
Ansaldo Grimaldi 1333- Argenta Grimaldi 
Luca Grimaldi 1438- Isabella Salvago 
Giobatta Grimaldi 1478 Pellegra Pinelli 
Benedetto Grimaldi  1490 Pellegra Sauli 
Girolamo Grimaldi (poi cardinale) 1505- Francisca Cattaneo 
Giobatta Grimaldi-  1524   Maria Negroni 
Ansaldo Grimaldi 1599 – Elena Silvia Citarella 
Agostino Grimaldi 1620- Placida Grimaldi Ceba 
Francesco Grimaldi 1660- Settimia Grimaldi 
Giobatta Grimaldi 1700 – Teresa Mignanelli 
Francesco Grimaldi 1740 – Ginevra Centurione Oltremarini 
Gio batta Grimaldi 1793 Gironima Doria  
Dominica Grimaldi 1825- Raffaele Costa 
Domenica Costa 1855- Raffaele Rebecchi 
Emilia Rebecchi 1889- Mariano Morazzini 
Dorina Morazzini 1917- Francesco Garagnani 
Alda Garagnani 1946- Leo Silighini 
Luciano Silighini Garagnani Lambertini 1976- Francesca La Gala 
Alice 2011
Il Casato Silighini Garagnani Lambertini di Poggio Renatico
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