SILIGHINI GARAGNANI LAMBERTINI
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IL CASATO LAMBERTINI

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ARMA LAMBERTINI MODERNO: D'oro a quattro pali di rosso
Le origini
Secondo Pompeo Scipione Dolfi (Cronologia delle famiglie nobili di Bologna), la famiglia Lambertini ebbe origine nell'anno 976 da Lamberto figlio del conte Mondo di Sassonia, che per Filelfo venne con l'imperatore Ottone I in Italia, e si stabilì a Bologna, mentre Alidosio afferma che non venne con quel principe, ma con un re longobardo che si recò a Bologna. Francesco Amadi scrive la serie cronologica dei Lambertini fin dall’anno 976 a Bologna con una continuata discendenza di personaggi insigniti di onori come ambasciatori, generali, capitani, governatori, senatori de 'sedici de 'venti e de' quaranta, ed altri illustri nella pace, nella guida, ed anche nella santità. Per i servigi prestati al Re d'Aragona, i Lambertini ottennero anche alcuni feudi nel regno di Napoli.
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ALBERO GENEALOGICO

Fonti: 
-Fondo Lambertini, Archivio di Stato di Bologna.
-Fondo Lambertini, Arcidiocesi di Bologna

-Elenco “Edipo” ovvero “Sommario generale De Lambertini” appartenente al Conte Ranuzzi diviso in tre tomi manoscritti di circa mille pagine e 3.215 scritture, relative al periodo compreso tra il 1116 e il 1739 con rimandi all’anno mille con la discesa da Lovanio. Autore Antonio Francesco Marchioni Archivista consultabile presso l’archivio Poggiense.

LAMBERTINI
Principi del Sacro Romano Impero

Eredi dei Duchi di Persiceto
Marchesi di Poggio Renatico, Caprara, Cornelia
Patrizi di Roma, Genova, San Marino
Nobili di Venezia, Ferrara, Spagna
Membri della Milizia Aurata con nobiltà ereditaria
FotoLeopardo illeonito, stemma dei Lambertini prima della concessione del Re d'Aragona
Petronio/Petronius (820/887) duca di Persiceto – Vulgunda                                                                                    
​ (chiamata anche Acia sorella di Guibodo/Vidibondo/Vidiboldo nipote di Carlo Magno. Altri fratelli erano Rodolfo e Geroino)
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Giovanni (ca 886/970)
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Lamberto (920?/1007?)
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Lamberto (ca 970/1049) -Richilda
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Mundo (1010/1062)
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Lamberto Lambertini 1040-1105
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Wido (Baldovino ???) 1090-1169
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Lamberto 1120-1170
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Guido 1150-1222
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Guido 1180-1258
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Lamberto 1210-1265
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Iacopino (-Giborra?) 1230-1265
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Lambertino-Villana Di Scotto da Castel de’Britti 1260-1303
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Egano -Beatrice Roberti da Reggio 1288
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Guido- Pina Malavolti
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Egano 1325- Tommasina Da Castelbarco
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Aldraghetto 1355-1412
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Alberto -Maddalena Capelli
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Bartolomeo (1410) Francesca Mazoli
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Giovanni Battista Lambertini +Trento- Giovanna Felicini
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Lodovico Lambertini -Valeria Armi
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Bartolomeo Lambertini -Elena Malvezzi
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Giulio Cesare Lambertini +1611 -Lucrezia Scappi
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Giovanni Lambertini -Lavinia Pollicini
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Marcello Lambertini * c. 1645 -Lucrezia Bulgarini * c. 1650
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Giovanni Lambertini Marchese di Poggio Renatico - Marianna Mansi
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Principe Egano Lambertini, Marchese di Poggio Renatico - Margherita Spada * 1719
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Principe Cesare Camillo Francesco Lambertini, Marchese di Poggio Renatico -Maria Vincenza Lavizzani Farnè
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Anna Lambertini-Filippo Garagnani
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Raffaele Garagnani 1821-Rita Fanti 1822
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Teobaldo Garagnani 1861 -Cecilia Podestà 1883
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Francesco Giuseppe Garagnani 1908-1985 - Dorina Irma Teresa Morazzini 1917-2011
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Alda Garagnani 1946-2021 - Leo Adriano Silighini 1947- 2018
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Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini 1976- Francesca La Gala 1983
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Alice Silighini Garagnani Lambertini 2011


discesi da LOVANIO

I Duchi di Persiceto (c.a. 800-850)
Ermengarda madre di Pietro Petrone (c.a. 730-802)- Orso II 802 ancora vivo.
​Monaca nel 789 dona tutti i beni al Monastero di Nonantola (c.a. 750-776).
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Nel 772 diventa Duca Giovanni Duca di Persiceta e del Ponte Duce (c.a. 700-772)

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​Orso I diventa Duca nel 728, Duca di Bologna e Duca di Imola nominato da Re Astolfo Arislada

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I membri principali e la famiglia oggi
  • Gherardo Lambertini fu comandante delle truppe bolognesi a Gerusalemme durante le Crociate nell'anno 1095.
    Ugolino Lambertini è stato uno dei fondatori dell’Ordine equestre dei Frati Gaudenti detto anche Ordine di Santae Mariae Gloriosae che fiorì nel 1233.
    Alberto Lambertini fu arcivescovo di Milano nel 1311.
    Balduino Lambertini morì vescovo di Brescia nel 1348.
    La Beata Imelda Lambertini (che il Marchesi nel suo Diario domenicano dice essere domenicana, ed il Torelli nel Saec. August. tom. IV, un. 1253, c tom. V an. 1333, la segna come agostiniana), morì giovanissima nel 1333 con riconosciuta santità. La prima biografia della Beata Imelda in volgare fu scritta dal monaco Celso Sassoferrato, tradotta in latino ed in fiammingo da Giambattista Lambertini nobile fiammingo dei Lambertini bolognesi oriundo che la pubblicò in Anversa nel 1638 e fu illustrata dal Bollandista Enschenio negli Acta ss. maii, al 12 del mese, tom. III, p. 183.
    La Beata Giovanna Lambertini, figlia di Rinaldo Lambertini, religiosa era la compagna di vita di Santa Caterina da Bologna. La sua biografia venne scritta dai Bollandisti nel tom. Il, Acta ss. mart. pag. 60 e 80. Viene venerata il 12 aprile.
    Egano II ebbe dagli anziani e dai consoli di Bologna il 23 maggio 1383 il titolo di Conservatore della Patria.
    Guido Antonio figlio di Aldagretto fu il primo dei Lambertini che il 12 novembre 1441 ebbe come feudo la contea di Poggio Renatico, Caprara e Rognatica, col consenso di Cervato Cecco di Caravaggio, luogotenente di Nicolò Piccinini per il Duca di Milano, concesso ad esso dai legati pontifici e confermato da Nicolò V il 18 febbraio 1449.
    Cornelio figlio di Guido ottenne di passare nel 1625 questa contea in marchesato. I suoi successori aggiunsero poi Villa Cornelio a questi feudi, che tutti insieme contenevano sei miglia di lunghezza e quattro di larghezza.
    I Lambertini possedettero in Bologna molte case e palazzi con torri. Nel più antico loro palazzo fu rinchiuso Enzo Re di Sardegna, figlio naturale dell 'imperatore Federico II, ed ancor oggi appare nei pressi della Cattedrale al fianco del Palazzo del Podestà chiamato “Palazzo del Re Enzo”. Un altro palazzo con torre, ricco d'ornamenti di terra cotta è in via degli Orefici riconoscibile da una finestra decorata, passato poi in uso di locanda chiamata del “Leoncino d'oro”. La casa Lambertini, nella quale nacque quello che fu poi Benedetto XIV, fa angolo al piazzale dinanzi alla chiesa di San Giacomo degli eremitani agostiniani, ed ha il suo ingresso dal lato della via delle vetrate. In passato ne era proprietario il conte Ottavio Malvezzi - Ranuzzi. Su di un capo delle scale è collocata una lapide coi seguenti versi: “Parva domus Benedictum excepi matris alvo Magnam parva cui maxima Roma fecit”. Quello che più di tutti illustrò la famiglia Lambertini e che ha lasciato nome immortale, fu Prospero, nato nel 1675 in Bologna da Marcello Lambertini senatore de' quaranta, e da Lucrezia Bulgarini, che dopo la morte di Marcello passò in seconde nozze col conte Luigi Bentivoglio. Prospero divenuto profondo giureconsulto, prelato, vescovo e cardinale, nel 1740 è stato sublimato alla cattedra apostolica col nome di Benedetto XIV. Senza spogliarsi della sua antica affabilità e cortesia, il magnanimo e dottissimo Pontefice, fece provare a tutti la sua benevolenza e generosità, tranne ai parenti coi quali fu parco di beneficenze. Il celebre gesuita p. Azevedo nella lettera con cui gli dedicava l'edizione romana delle sue opere, fatta nel 1747, ecco come si espresse per riguardo ai di congiunti del Papa: “Nota est enim omnibus constantia illa, nota animi fortitudo atque severitas, qua uteris in Tuosalienos omnes paterna quadam, ac singulari cura complectaris quasi essent Tui, his vix adduceris, ut communia debitaque omnibus officia sollecitudinemque impendas; quam ego laudem nisi tantum esse fatear, ut in maximo amatissimoque principe sit omnium difficillima, communi videa hominum sensa judicioque carere".

FotoIl principe Egano Lambertini, Marchese di poggio Renatico, cavaliere privilegiato di Malta, nipote di S.S. Benedetto XIV (Collegio San Carlo, Modena)
 Benedetto XIV aveva un nipote, il Principe don Egano Lambertini senatore di Bologna, al quale appena diventato Papa ordinò di non venire a Roma finché non venisse chiamato, ciò che mai fece nel suo lungo pontificato. Permise solo che nel 1752 venisse a Roma per educarsi nel collegio Clementino, il Principe don Giovanni Lambertini primogenito di Egano, allora di nove anni, il quale prima di entrarvi abitò con monsignor Millo datario e favorito del Pontefice, che lo aveva preso a Bologna. Questo prelato lo condusse a Castel Gandolfo alle villeggiature di Benedetto XIV, il quale li lo cresimò facendogli da padrino il cardinal Colonna. Grato al Papa, Carlo Emanuele III re di Sardegna, per le concessioni fatte all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, in segno di gratitudine e della stima personale che aveva in lui, nel 1757 conferì al pronipote don Giovanni una commenda dello stesso ordine equestre esistente in Civitavecchia , della quale ne accordò il patronato alla casa Lambertini, non solo per la discendenza mascolina agnatizia in perpetuo, ma che per una volta potesse ancora passare nella discendenza mascolina d'una femmina, figlia o sorella primogenita dell’ultimo possessore della stessa commenda. Inoltre il Re dichiarò don Giovanni gran-croce dell'ordine e perpetuo gran priore in Roma con l'annua pensione di duemila scudi. Gli rimise una croce di brillanti del valore di seimila scudi, pregando Benedetto XIV che volesse dar l'abito e la croce al pronipote, ciò che eseguì nel giorno dell'Epifania del seguente anno. Essendo restata vacante la custodia della Porta Angelica di Roma, Benedetto XIV nel 1750 la conferì al nipote don Egano per lui e i suoi discendenti maschi in infinito con ordine di primogenitura, coi relativi pesi ed emolumenti. Morì il gran Pontefice il 3 maggio 1758 a ottantatré anni e fu sepolto nella basilica vaticana. ll cardinal Gioacchino Ferdinando Portocarrero, da lui creato, decise di celebrargli esequie annuali finché in vita, ed offri una considerabile somma per erigere al defunto Pontefice un marmoreo e magnifico monumento nella stessa Basilica di San Pietro. Questo gesto venuto a conoscenza dagli altri cardinali creati da Benedetto XIV, li spinse a concorrere all'erezione del monumento, del quale si parla nel vol. XII, pag. 30 del Dizionario. Il deposito terminò nel 1769, e si scoprì nel tempo della sede vacante che ebbe termine con l'elezione di Clemente XIV Pontefice che dichiarò il Principe commendatore don Cesare Lambertini cameriere segreto soprannumerario, obbligato a portare la berretta al cardinal de Cunha arcivescovo d'Evora. La Vita di Benedetto XIV P. M. fu stampata in Venezia nel 1783. Nel tom. XI delle Memorie letterarie del Valvasense pag. 417 si legge un succinto ragguaglio delle sue azioni e stimatissime opere, e si producono ancora i fatti principali della sua vita. I familiari di S.S. Benedetto XIV, essendo il Sovrano Pontefice riconosciuto come Pater Principum et Regum dai monarchi cattolici, tornarono a usare il titolo di Principe perchè considerati tradizionalmente al pari delle famiglie sovrane.  Il titolo di Principi del Sacro Romano Impero veniva già comunque utilizzato.

FotoSanta Maria del Tempio a Bologna. "La Magione", palazzo templare diventato poi Commenda dell'Ordine di Malta conferita al Principe Cesare Lambertini. Ultimo Commendatore dell'Ordine
Il Principe Don Cesare Camillo Francesco Lambertini (n. Bologna 19 feb.1748, m. Bologna il 3 ap. 1821) il 6 marzo 1750 venne aggregato all'Ordine di Malta e il 19 ottobre 1751 gli veniva conferita la commenda di Santa Maria del Tempio di Bologna. Nel 1762 ebbe come padrino di Cresima il re Carlo III di Spagna, funzione svolta nella cappella del Palazzo Lambertini in via Santo Stefano e ufficializzata da S.S. Papa Clemente XIII. Nel 1789 dopo la morte dell’amico Carlo Edoardo Stuart, il “Bonnie Prince Charlie” erede al trono di Inghilterra, ospitò nella sua casa la figlia, Carlotta duchessa d’Albany che li morì amorevolmente assistita dalla famiglia Lambertini. Cesare nel 1792 sposò Maria Vincenza Lavizzani Farnè, figlia di un suo assistente che lo seguì a Roma. Il 23 marzo 1796 affittò una parte del terreno della Commenda di Santa Maria del Tempio a Giovan Battista Garagnani, fratello del M.se Ubaldo Garagnani sposo della C.ssa Caterina Pizzoli. Il Principe Cesare non ebbe eredi maschi ma una sola femmina Anna Lambertini (n. Bologna 12 mag. 1793) che sposò il figlio del M.se Ubaldo Garagnani e della C.ssa Pizzoli, Filippo. Dal M.se Filippo e dalla Principessa Anna nasce il M.se Raffaele Garagnani che sposa la N.D. Rita Fanti, da loro Teobaldo Garagnani sposa Donna Cecilia Podestà, da loro Francesco Giuseppe che sposa Dorina Morazzini discendente dei Grimaldi di Genova e nipote del Cardinale Eugène Tisserant, da loro Alda Camilla sposa Leo Adriano Silighini, da loro Luciano Francesco capostipite del casato oggi denominato Silighini Garagnani Lambertini e Benemerito della Santa Sede.

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Beata Imelda Lambertini
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Beata Giovanna Lambertini
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Beata Rengarda Armi

LEONARDO DA VINCI E LA FAMIGLIA LAMBERTINI

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Palazzo Felicini Lambertini, e tutt’ora quasi interamente conservato nella sua originaria architettura bentivolesca e custodisce fra le sue mura importanti opere di scuola bolognese, l’edificio, ricoperto in terracotta, ospitò agli inizi del Cinquecento, precisamente nel 1515, il grande Leonardo da Vinci e Filiberta di Savoia.I due erano al seguito del re di Francia Francesco I (nipote di Filiberta in quanto figlio di Luisa sua sorella) quando si incontrò a Bologna con il papa Leone X ( l’incontro segnò il concordato che riconosceva i diritti della Chiesa gallicana, e che durerà quasi immutato fino alla Rivoluzione Francese). Giovanna Felicini, moglie di Giovanni Battista Lambertini era proprietaria col fratello Giovanni del palazzo del padre Bartolomeo posto nel pressi di Via Galliera. Nel 1515 proprio in quella mura Leonardo iniziò a dipingere nella versione attuale il suo quadro più famoso  prendendo a posare Filiberta di Savoia e non, come invece si pensa, unicamente Lisa di Francesco del Giocondo dalla quale il nome Monnalisa (Madonna Lisa) modella probabilmente della versione iniziale descritta da Giorgio Vasari (descrive la "peluria" delle sopracciglia , quando la Gioconda non ne ha così come le fossette inesistenti ma da Vasari esaltate come fossette ben visibili) e da  Agostino Vespucci che nel 1503 conferma l'esistenza di un ritratto di Lisa del Giocondo. Questo viene spiegato grazie ai raggi X che dimostrano che sotto il quadro attuale esistono almeno altre 4 versione della modella.

LEOPARDI E I LAMBERTINI

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Monaldo Leopardi (padre del futuro poeta Giacomo) era un giovane ventenne brillante che voleva realizzare per se le vite fantastiche e ricche d'amori che leggeva nei romanzi. nel 1796 fu convinto dall'amico Conte Luigi Gatti a fidanzarsi con la Marchesa Diana, figlia del Marchese Camillo Zambeccari e della Principessa  Laura Lambertini, figlia del Principe Egano nipote di S.S. Papa Benedetto XIV. Fu proprio a casa dei principi Lambertini che si ufficializzò il fidanzamento e si firmò l'accordo notarile per il Matrimonio. Il Leopardi prese per se la dote di 20.000 scudi e diede ordine di organizzare un matrimonio sontuoso, portando  il marchese Zambeccari a spendere altri 5.000 scudi per l'organizzazione di quello che doveva essere l'evento più mondano della nobiltà dell'epoca. Monaldo lasciò poi Bologna per recarsi presso la sua famiglia che nel frattempo entusiasta per questa unione ricevette lettere piene d'amore perfino dalla futura sposa.
A quel punto Monaldo cambiò idea e decise di inviare una lettera anonima al Marchese Zambeccari avvertendolo che sua figlia sarebbe stata infelice per tutta la vita in quanto Monaldo era preso dal desiderio di libertà e per nulla convinto di questo Matrimonio. A quel punto fu l'inizio dello scioglimento e del lauto rimborso, che costrinse Monaldo a dare fodero a quasi tutti i beni di famiglia per risarcire i Zambeccari Lambertini. L'anno dopo, preso da un altro colpo di testa sposò la Marchesa Adelaide Antici, già promessa a un'altro e nonostante la sua stessa madre lo implorò in ginocchio di non contrarre quel Matrimonio visti passati dissidi tra i Leopardi e gli Antici, l'unione andò a buon fine e nome mesi più tardi nacque Giacomo Leopardi

LA PARÌA D'IRLANDA  E I LAMBART, CONTI DI CAVAN

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L'antica famiglia irlandese dei Lambart, attuali Conti di Cavan, membri della Parìa d'Irlanda,  discende da Lamberto conte di Lovanio. Il secondo dei suoi figli, Mundo, discese a Bologna da Lovanio con Ottone di Sassonia dando origine alla  famiglia Lambertini, il terzo figlio, Rodolfo, si stabilì in Normandia, si sposò e ebbe un figlio chiamato Rodolph de Lambart, che accompagnò Guglielmo il Conquistatore nella sua spedizione in Inghilterra nel 1066 spostando la famiglia nell'attuale Regno Unito. Oggi il titolo di Conte di Cavan è in disputa tra i discendenti dell'ultimo Conte di Cavan morto senza eredi maschi. Tra i personaggi oggi appartenenti alla famiglia c'è Lady Rose Hanbury, amica intima dei principi William e Kate e nipote di Lady Elizabeth Lambart di Cavan, damigella d'onore al Matrimonio della Regina Elisabetta II d'Inghilterra

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I GARAGNANI

Marchesi originari di Carignano, Baroni del Sacro Romano Impero

Le origini

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 La famiglia Garagnani è originaria di Carignano nel parmense dove nel 964 vennero nominati Marchesi dal Vescovo Oberto. Nel XIV secolo passarono in Padova dove si distinsero per opere e censo. Portavano il titolo baronale del Sacro Romano Impero. Furono tra i fondatori dell'Università di Padova e si imparentarono con la famiglia del doge di Venezia Andrea Contarini. Nel 1464 si trasferì nel bolognese e precisamente a Crespellano dove tuttora possiede proprietà terriere e l'antico castello. A Bologna, tra la Porta Galliera e la Porta Lame, la famiglia possedette vasti appezzamenti di terreno che furono conosciuti fin dai primi del XIX secolo col nome di "Orti Garagnani". Nella stessa città sorge il Palazzo Garagnani che venne edificato nel XVI secolo, probabilmente su disegno di Andrea Marchesi, detto anche il Formigine, architetto e intagliatore di origine modenese. All'interno di Palazzo Garagnani è ancora intatta una spettacolare scala barocca, risalente al 1750 e progettata da Giovanni Carlo Bibiena. Imparentatesi con le più nobili famiglie italiane (gli Sforza, i Visconti, i Pallavicino, i Landi, i Malatesta), all'inizio dell'ottocento Filippo Garagnani sposò Anna, l'ultima principessa Lambertini Marchesa di Poggio Renatico, pronipote di Beata Imelda e di papa Benedetto XIV e i loro figli assunsero i titoli dei Lambertini per tradizione ereditaria.
​Filippo era senatore del Regno d'Italia ai tempi di Napoleone, il 27 agosto 1852 ebbe riconferma del titolo di marchese con breve di S.S. Pio IX  e suo figlio Raffaele (Raffaello) avvocato e professore di Belle lettere a Bologna (lasciò poi la cattedra a Giosuè Carducci prima e a Pascoli dopo) fu Console Pontificio presso Genova e dopo il 1860 a seguito dell'unificazione si schierò con il Regno d'Italia portando alla divisione in due rami della famiglia: i "biondi" seguaci di Cesare, fedeli a papa Pio IX e nominati poi conti ed i "neri" seguaci di Raffaele (Raffaello), favorevole all'Unità d'Italia portatori del titolo di marchesi.
Scrittore di molte opere, Raffaele (Raffaello) Garagnani proprio in un suo libro edito nel 1860, La Lega Lombarda con lo stile romantico del tempo ambientava le novelle di Alberto da Giussano ai giorni suoi invitando il Papa a "sentirsi italiano". Per questo motivo si scatenarono le ire del Pontefice e a Raffaele, già rifugiatosi a Saluzzo in compagnia del Prati al seguito di un'insurrezione da lui guidata a Bologna nel 1853 contro gli Austriaci, gli furono confiscati titoli nobiliari e beni, nonché gli fu tolta la possibilità di esercitare le sue professioni. Dopo il 1870 Raffaele poté tornare alla sua attività ma non entrò più in possesso dei suoi beni passati ai "biondi" restati fedeli al Papa. Raffaele era Cavaliere Quirito, Cavaliere Romanista, Cavaliere Tiberino, membro della Romoludum Familiae, Cavaliere Pastore Arcade col nome di Terpandro Seicionio.
Raffaele era sposato con la Nobildonna Rita Fanti, figlia del Nobile Patrizio bolognese Filippo, Cursore Pontificio e di Apollonia Laurati dscendente dei Malatesta di Rimini.
Teobaldo, figlio di Raffaele, nato a Mondovì, era Capitano marittimo e spostò la famiglia in Liguria. Ottenne con breve di S.S. Leone XIII nel 1885 il titolo di Marchese. Suo figlio Francesco Giuseppe, nacque a Loano. Direttore della Banca Commerciale di Genova, durante la Seconda Guerra Mondiale carabiniere, comandante al servizio della Quinta Armata, fu pluridecorato dagli Stati Uniti d'America per l'attività svolta durante la Resistenza.

Gabriele Migliardi "Villa Edvige Garagnani. Origini, storia e restauro"
Libro d'oro della Nobiltà Italiana
Collegio Araldico


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Breve di Pio XIX del 1852. Concessione del titolo di Marchese a Filippo Garagnani
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27 gennaio 1885.Concessione del titolo di Marchese a Teobaldo Garagnani
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26 agosto 1915. Vincenzo e Tommaso Garagnani. Titolo di Conti con breve di Benedetto XV
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Concessione del titolo di Marchese a Teobaldo Garagnani
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Breve di Leone XIII del 1885. Concessione del titolo di Marchese a Teobaldo Garagnani
ARMA GARAGNANI ANTICO: Albero nodrido sulla campagna di verde a sinistra- 2 cavalli galoppanti rivolti un sull'altro sullo stesso terrazzo tutto al naturale su argento con il capo d'azzurro caricato di tre stelle (5) d'oro

ARMA GARAGNANI MODERNO: D'argento al cavallo naturale passante sulla campagna di verde, imbrigliato e sellato d'oro, con il capo di rosso caricato di tre stelle (5) d'oro
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Stemma presente a Villa Garagnani a Zola Predosa
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Stemma presente nell'archivolto della Cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano
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Stemma presente nella tomba detta cella Garagnani
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Stemma presente alla Consulta Araldica di Roma
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Stemma presente a Palazzo Garagnani a Bologna

La genealogia

da Caragnano

Fonti: Battistero di Parma
Curia Arcivescovile di Bologna
Curia Arcivescovile di Padova
Archivio di Stato
FotoCASTELLO GARAGNANI, CRESPELLANO (BOLOGNA)

928 Caragnano
I
965 Adalberto di Caragnano
Sp. Adelaide di Arduino
I
997 Bernardo dei Caragnano
Sp. Beatrice di Giacomo de' Rossi di San Secondo
I
1031 Umberto dei Caragnani
Sp. M.Sa Beatrice (indicata come figlia di Beatrice di Lotaringia e Bonificio degli Ottoni, quindi probabile sorella di Matilde detta di Canossa)
I
1059 Bartolomeo Caragnani
Sp. Agelburga di Adalberto da Correggio
I
1092 Guido Caragnani
Sp. Caterina degli Albergati
I
1117 Andrea Caragnani
Sp. Francesca Ghislieri
I
1143 Giacomo Caragnani
Sp. Elena Seccadenari
I
1178 Francesco Garagnani
Sp. Lucrezia Dal Verme
I
1202 Rodolfo
Sp. Alberica Barattieri
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I
​1230 Guido 
​Sp.Francesca Pallavicino

FotoPALAZZO GARAGNANI, VIA CASTIGLIONE A BOLOGNA
1264 Umberto
Sp. Beatrice da Carrara
I
1297 Giovanni

Sp. Agnese Scrovegni
I
1324 Andrea

Sp. Angela Obizzi
I
Paolo 1350

Sp. Angela Visconti
I
Nicolo’ 1380-1451

Sp. Francesca Contarini
(Padova)
I
Giacomo (Fratello di Rodolfo) 1437-1518

Sp. Anna Dalle Olle
(Serra Valle) Località Lavecchio tra le comunità di Serra Valle, Monteveglio, Monte Budello E Savignano
Battista 1457
(Serravalle)
Sp. Giulia Cattani
I
Gaspare 1500

Sp.Isabella Ghisilieri
I
Domenico 1550

Sp.Annamaria Grassi

FotoPALAZZO GARAGNANI, STRADA MAGGIORE BOLOGNA
Francesco (Monte Budello) 1603
Sp.Maddalena Balotti
I
Domenico 1624

Sp.Maddalena Minoli
I
Andrea 1670

(Piumazzo/Crespellano)
Sp. Eleonora Pepoli
I
Francesco 1710

Sp.Maria Malvezzi
I
Ubaldo 1745

Sp. Caterina Pizzoli
I
Filippo 1792 nominato marchese da S.S. Pio IX con breve del 1852

Sp. Anna Lambertini
I

Raffaele 1821

Console Pontificio a Genova
Cavaliere Quirito, Cavaliere Romanista, Membro della Romoludum Familiae, Cavaliere Pastore Arcade. 
Sp. Rita Fanti (ultima di stirpe Patrizia e discendente dei Malatesta)
(Bologna)
I
Teobaldo 1861

Sp. Cecilia Podestà
(Mondovi’-Loano)
I
Francesco 1908

Sp. Dorina Morazzini
(Loano-Genova)
I
Alda 1946

Sp. Leo Silighini
(Genova)
I
Luciano (con concessione Ministeriale aggiunta cognome Garagnani e Lambertini) 1976

Sp. Francesca La Gala
(Genova-Saronno)
I
​Alice 2011

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La N.D. Rita Fanti discendente dei Malatesta e il Marchese Raffaele Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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Il Marchese Teobaldo Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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Dorina Morazzini e il Marchese Francesco Garagnani dei Principi Lambertini di Poggio Renatico
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N.D. Cecilia Podestà, patrizia genovese
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Santa Gemma Galgani, cugina della N.D. Cecilia Podestà Garagnani tramite la madre N.D. Aurelia Landi

I SILIGHINI

Conti originari di Tornano, Montetiffi e Sogliano

Le origini

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I Castelli del Contado barigellato di Rimini al Giuramento della Calbana
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Casa Silighini alle Ville di Montetiffi
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Podere Silighini, località Poggio a Montetiffi
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Certificato di battesimo di Giovanni Antonio Silighini il 7 agosto 1770 nella Chiesa di Rontagnano, figlio di Alessandro Silighini e Isabella Montgomerie di Borelan
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Stato delle anime della famiglia Silighini nella parrocchia di Rontagnano nel 1780. Alessandro Silighini figlio di Pietro, padre. Isabella Montgomerie di Borelan figlia di Guglielmo (William) madre, Giovanni Antonio, figlio
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Certificato di battesimo di Sebastiano Silighini, 26 aprile 1788 figlio di Giovanni Antonio Silighini. Chiesa di San Leonardo a Montetiffi
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Breve di Pio XIX del 1863. Concessione del titolo di Conte a Girolamo Deodato Pietro Silighini
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1833. Atto di battesimo di Girolamo Deodato Pietro Silighini, figlio di Sebastiano proprietario terriero alla Scandaccia (Parrocchia di San Leonardo, Montetiffi, Sogliano al Rubicone)
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Crest del Clan scozzese dei Montgomery. Isabel Montgomerie dei Montgomerie di Borelan, del clan Montgomery, era la moglie di Alessandro Silighini nel 1760.
FotoStemma Salua, blasone cesenate
La famiglia Silighini ha probabilmente comune origine con la famiglia Sullia ,forse chiamata anche Salua  e riferita al termine dialettale Salghè (pavimentare,selciare,in dialetto romagnolo). Intorno al 1200 si formò il cognome Saluaghini diventato poi nel 1500 Silighini, Salighini  e talvolta segnato anche come Scilighini tutti derivati dalla professione dello Silghen (costruttore di strade in selce).
I Silghen hanno costruito le strade che dal "Castrum Sulliani" nel 1144 portavano ai castelli vicini (tutte realizzate appunto lavorando il "sasso vivo" selice). L'arma originale dei Silighini conservata nella collezione Vallardi è con due spighe al naturale su argento indicati come Conti ed è riportata anche sul muro principale della Casa Silighini alle Ville di Montetiffi e su vari documenti di Matilde Maccari Silighini derivante probabilmente dal sostantivo femminile latino “siligo-siligini”, frumento di prima qualità
I SULLIA di Sogliano.
Ernestus Sullia nell'870 fu nominato Conte da Johannes archiepiscopus Ravennatis. La famiglia Sullia potrebbe dare il nome al Fundus Sulliano e Ficareto come riporta il Codice bavaro al numero 19 ed essere i cosiddetti “Sylla” o “Sulia” che la maggior parte degli scrittori ipotizzano come i fondatori del primo nucleo del territorio di Sogliano e che la leggenda vuole discendenti da Lucio Cornelio Silla.
I SALUA di Tornano.
È conservata nel Blasone Cesenate riportante il nome Salua un arma con due leoni neri su oro presumibilmente con la stessa origine familiare ed erano presenti nella zona di Tornano fino a Montetiffi con Sebastiano e Pietro.
Il termine Saluaghini o Salighini fu usato ai tempi delle "pergamene degli statuti soglianesi" volute da Giovanni Malatesta nel XV secolo così scritto negli atti di vendita di alcuni terreni, di nascita e negli stati delle anime della chiesa di San Leonardo e in quella di Tornano.
Nel 1186 i Malatesta acquistarono dal riminese Ugo Maltalone una parte di terreno appartenente all'antico fundus. Nel settembre del 1233 Ugolino Sullia, Console di Sogliano, prestò giuramento a Rimini (giuramento della Calbana).
Nel 1312 i Malatesta di Rimini e di Verucchio, acerrimi nemici di quelli del ramo di Sogliano, conquistarono il castello per poi distruggerlo. Nel 1371 il castrum era ancora in mano ai Malatesta di Rimini, dopo non molto tempo ritornerà agli antichi conti Malatesti.
La signoria dei Malatesta durò fino al 1666, anno in cui passò sotto il dominio della Chiesa e i Malatesta lasciarono il territorio al contrario dei Silighini che continuarono a occuparsi delle faccende legali e politiche della zona stabilendosi tra Tornano, Serra e Montetiffi.
Nel XV secolo il conte Pietro Saluaghini  aveva il giuspatronato sulla Chiesa di San Leonardo a Montetiffi, passata poi a Commenda dei Guidi di Bagno e poi ai Pioppi fino al XIX secolo.
Nel 1500  nasce il pronipote del conte Pietro registrato come Leonardo Silighini, Conte.
​Alla fine del 1700 i Silighini si spostano nelle zone intorno a Montetiffi dopo essere stati nel Regno Unito con Alessandro che si imparentò col Clan scozzese dei Montgomery e degli Hamilton. Erano tra i proprietari delle miniere di carbone del territorio con Giovanni Antonio, avvocato, la cui madre era Isabel Montgomerie figlia di William Montgomerie di Borelan e Anne Hamilton.  Suo figlio Sebastiano fu il primo proprietario terriero del Podere Silighini alla Scandaccia.  Girolamo Deodato Pietro Silighini, figlio di Sebastiano, nel 1863 con breve di Pio IX ottiene il titolo di Conte. La famiglia Silighini subì gravi conseguenze dall'epidemia di colera che colpì il cesenate nel 1855 con la morte di Maria Testi, moglie di Sebastiano, e dei tanti contadini e mezzadri che lavoravano la terra del podere Silighini per conto della famiglia.
Antonio, figlio di Girolamo Pietro, cercò di far ripartire le proprietà terriere di famiglia nella zona di Montetiffi ma morì alla nascita del figlio Giovanni nel 1906. Iniziò per la famiglia un periodo di difficoltà. La moglie Matilde Maccari, di nobile stirpe aretina, continuò a gestire le proprietà familiari come le miniere di carbone di Montetiffi che però dal 1866 subirono un veloce declino per poi ripartire durante il secondo conflitto mondiale quando l'attività di famiglia continuò col figlio Giovanni che spinse gli interessi dei Silighini fino alle miniere di zolfo della Perticara.
Leo Adriano, il figlio minore di Giovanni rialzò definitivamente la situazione economica familiare e spostò l'attività nella vicina Mercato Saraceno dedicandosi alla costruzione e riparazione di forni industriali specializzati nella lavorazione del coke.  Ebbe appalti esclusivi con Italsider a Genova così come con Ilva  e la Fiat di Torino.
Morì a 70 anni nel 2018 lasciando come erede di tutte le proprietà terriere di famiglia l'unico figlio Luciano Francesco.
Il cognome Silighini si è formato dal termine dialettale romagnolo "Silghen", che nel territorio di Sogliano ha significato essere stati i pavimentatori delle strade in selce, come ricordo dei primi lavori di "urbanizzazione" svolti a Sogliano.


Morgagni "Epistole emiliani"
Antonini "Antichità di Sarsina"
'Amati "Passaggio di Annibale"

Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750, 1763. Con le prefazioni critiche di Giuseppe Catalani. Tomo primo.
Angelo Squarti Perla, Araldica e nobiltà nelle Marche, 2015.

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La genealogia dei
​Silighini.

Dai Saluaghinem ai Silighinem

FotoEstratto dall'antica Araldica di Antonio Vallardi. "Famiglie nobili della Romagna"
(Da qui identificato nell’archivio parrocchiale di Sogliano)
1413 Pietro - Serra
I
1443 Ludovico - Nardi
I
1471 Andrea -Villani
I
1500 Leonardo-Ricci  
I
1531 Antonio -Nardini
I
1560 Giovanni-Baldelli
I
1594 Carlo- Marcosanti
I
1620 Pietro- Nucci 
I
1656 Francesco- Rita Piscaglia
I
1680 Leonardo –Guidi 
I
1716 Pietro - Enrichetta Laziosi
I
1746 Alessandro - Isabel Montgomerie dei Montgomerie di Borelan
I
1770 Giovanni Antonio - Dominica Allocatelli
I
1788 Sebastiano - Domenica Maria Testi
I
1833-1913 Girolamo Deodato Pietro - Elisabetta Sabattini (ottiene il titolo di Conte con breve di Pio IX il 19 giugno 1863)
I
1863-1906  Antonio - Santa Matilde Maccari
I
1906 Giovanni - Lucia Balzani
I
1947 Leo - Alda Garagnani
I
1976 Luciano Francesco - Francesca La Gala
I
​2011 Alice 

ARMA SILIGHINI: D'argento a due spighe decussate al naturale

LA FAMIGLIA GRIMALDI

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I Grimaldi sono un'antica famiglia di origine genovese che regna su Monaco dal XIII secolo, prima come signori e poi come principi, ed è attualmente rappresentata dal principe sovrano Alberto II Grimaldi.
Fu una delle cinque più importanti casate della nobiltà feudale della Repubblica di Genova, assieme ai Doria, agli Spinola, ai Fieschi e agli Imperiale. Si arricchì con mercatura, finanza, acquisto di terre. Si divise in vari rami con titoli principeschi, ducali e marchionali,  prevalentemente in Italia, Francia e Spagna.Molte stirpi genovesi assunsero il cognome Grimaldi tramite l'istituto dell'Albergo dei Nobili; tra le casate illustri si trovano, ad esempio, i De Castro e i Durazzo.
Il famoso ramo di Monaco è estinto nella linea maschile sin dal XVII secolo, dalla morte del principe Antonio I Grimaldi; tuttavia, sua figlia Luisa Ippolita, succeduta al padre, sposò Jacques François Léonor Goyon de Matignon, che divenne, dopo la morte della moglie, principe di Monaco jure uxoris, adottando il nome e le armi dei Grimaldi e garantendo in questo modo la continuità della famiglia. Ma, a sua volta, questo ramo si estinse in linea maschile nel XX secolo, con la morte del principe Luigi II Grimaldi; tuttavia, ancora una volta, la dinastia continuò in linea femminile grazie a sua figlia Charlotte, che sposò il conte Pierre de Polignac, il quale, per contratto matrimoniale, adottò il nome e le armi dei Grimaldi; da Charlotte e Pierre discende l'attuale principe sovrano.
Il ramo originale genovese si estinse nel XIX secolo con Dominica sposa di Raffele Costa. Oggi sono eredi diretti i Garagnani di Genova.
Lo stemma è Fusato d'argento e di rosso, il motto è Deo Juvante

Grimaldi. Patrizi di Genova
La genealogia

Otto Canella 1100-1143 
I
Grimaldo Canella  Console di Genova 1130 
I
Oberto Grimaldi 1188- Corradina Spinola 
I
Ingone Grimaldi 1210 
I
Boarello Grimaldi- Agnese 1230 
I
Corrado Grimaldi 1250 
I
Boarello Grimaldi 1270–Ginevra Salvago 
I
Corrado Grimaldi Signore di Stella 1290 - Isabella Doria 
I
Luca Grimaldi 1313- Maria Lomellini 
I
Ansaldo Grimaldi 1333- Argenta Grimaldi 
I
Luca Grimaldi 1438- Isabella Salvago 
I
Giobatta Grimaldi 1478 Pellegra Pinelli 
I
Benedetto Grimaldi  1490 Pellegra Sauli 
I
Girolamo Grimaldi (poi cardinale) 1505- Francisca Cattaneo 
I
Giobatta Grimaldi-  1524   Maria Negroni 
I
Ansaldo Grimaldi 1599 – Elena Silvia Citarella 
I
Agostino Grimaldi 1620- Placida Grimaldi Ceba 
I
Francesco Grimaldi 1660- Settimia Grimaldi 
I
Giobatta Grimaldi 1700 – Teresa Mignanelli 
I
Francesco Grimaldi 1740 – Ginevra Centurione Oltremarini 
I
Gio batta Grimaldi 1793 Gironima Doria  
I
Dominica Grimaldi 1825- Raffaele Costa 

I
Domenica Costa 1855- Raffaele Rebecchi 
I
Emilia Rebecchi 1889- Mariano Morazzini 
I
Dorina Morazzini 1917- Francesco Garagnani 
I
Alda Garagnani 1946- Leo Silighini 
I
Luciano Silighini Garagnani Lambertini 1976- Francesca La Gala 
I
​Alice 2011

Morazzini

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Il cognome trae origine dal termine Mori che in Toscana e Umbria (Tuscia Viterbese) declina in doppia Z.
La zona originaria della famiglia è tra Campo Morino di Acquapendente e Campo Moro di Grotte di Castro, luoghi a meno di due chilometri di distanza, ma si espande in tutta la zona senese confinante come Piancastagnaio. Nel 1883 Clemente (nato nel 1852) e sua moglie Antonia Dionisi a Piancastagnaio ebbero il figlio Mariano. Nel territorio di Grotte di Castro Clemente era proprietario terriero in Vico Canneto, li nel 1892, nacque la figlia Maria Rosa Serita. L’avo di Clemente, il conte Morazzini, nella guerra delle Alpi (1792-1796) era il Sottotenente del Reggimento Guardie.
Mariano Morazzini, emigrò nello spezzino dove sposò Emilia Rebecchi di Calice al Cornoviglio e si stabilirono a Brugnato dove ebbero le due figlie Maria nata nel 1912 e Dorina Irma Teresa nata nel 1917. Tenente dei carabinieri, durante un’azione militare del primo conflitto mondiale venne colpito da una fucilata alla colonna vertebrale. Dopo settimane di agonia morì a La Spezia due mesi dopo la nascita della figlia Dorina.
La famiglia Morazzini è molto legata alla Corsica dove ancora oggi nell’isola francese è presente un nucleo originario di Campo Moro col cognome Morazzini, Moracchini, Moretti, Moroni, Morucci tutti con la stessa origine. Il Sindaco di Volpajola si chiamava Morazzini. Pietro Morazzini è uno dei protagonisti della serie gialla dedicata a  “Lord Francis Powerscourt” personaggio creato dalla penna dell’autore irlandese David Dickinson che viene descritto come originario della Corsica.
Il questore di Roma, Enrico Morazzini ispettore generale della Polizia per la Real Casa,durante la Seconda Guerra Mondiale guidò i militari che arrestarono Mussolini  dopo il 25 luglio.
Nel Palazzo pubblico di Siena. Camera Usuale del Capitano (lunetta centrale parete Nord- Ovest) sotto stemma di D.Pecci, (Ultimo P.) è presente l’arma gentilizia dei conti Morazzini così blasonata:
Scudo accartocciato, d'argento al bue d'argento passante su campagna di verde ,cimato da un albero fustato di verde.
Dorina Irma Teresa sposò Francesco Giuseppe Garagnani. Sono i nonni materni dell'attuale capo del Casato, Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini.
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Rebecchi

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Arma della famiglia Rebecchi, originaria di Carpi emigrata nello spezzino.
D’argento, al busto di re, al naturale, coronato ed incatenato d’oro.
Di questa famiglia oriunda dalla Germania e stabilitasi a Carpi si ha traccia fin dal XIV secolo. A carpi divenne fiorente con notai e notabili. La Casa Rebecchi è adornata da un battiporta in bronzo realizzato da Ercole Caleffi e descritto minuziosamente nel testo di Angelucci del 1869 "Documenti inediti per la storia delle armi da fuoco italiane". La nobile famiglia si imparentò coi Pio di Savoia in Emilia e poi emigrò nel territorio ligure di Calice al Cornoviglio, Borghetto Vara e Brugnato. Si imparentò coi Costa e con la nobile famiglia Grimaldi di Genova che si estinse con Dominica Grimaldi figlia di Giobatta e Gironima Doria.

Podestà

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Arma della famiglia Podestà di Genova. Albero nodrito su terrazzo erboso uscente dalla punta tutto al naturale sorretto da - 2 leoni controrampanti di oro affiancati da - 2 colonne di argento fondate sul terrazzo stesso tutto su azzurro. Una variante non ha i leoni. Cecilia Podestà, figlia di Ermenegildo e Isabella Olivari è l'ultima della stirpe patrizia genovese. Proprietaria di Villa ai Gazzi a Loano spostò li la residenza col marito, il Marchese Teobaldo Garagnani, capitano marittimo collega del padre. All'inizio del secondo conflitto mondiale rientrò a Genova nel palazzo di famiglia in via Galeazzo Alessi.

Balzani

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​La famiglia Balzani è originaria della zona di Montegelli nei pressi di Sogliano al Rubicone dove è presente da prima del 1500 arrivando probabilmente da San Giorgio, nel cesenate dove era presente fin dal medioevo il nome proprio latino Balzanus da cui si elevò il ramo nobile  portante il nome Balzani con predicato di San Giorgio. Il cognome è legato al “balzo del cavallo imbizzarrito” presente anche nello stemma di famiglia conservato nel Blasone Cesenate. La famiglia comitale bolognese è oriunda anch’essa da San Giorgio e ha lo stemma riportante solo le zampe del cavallo poste a croce di Sant’Andrea.
Lucia Balzani figlia di Giuseppe dei nobili Balzani di San Giorgio e Adele Lami, nata a Montegelli nel 1906 sposa Giovanni Silighini. Il padre Giuseppe Balzani era ragioniere dell’Intendenza di Finanza. 

Lami

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Stemma della famiglia di Adele Lami come riportato nel biglietto delle nozze con Giuseppe Balzani. Origine Siena. Inquartato: nel 1° d'azzurro, al crescente montante d'oro, affiancato da due stelle a sei (o otto) punte dello stesso; nel 2° pure d'azzurro, al falcone volante al naturale, afferrante con gli artigli un uccello riverso dello stesso; nel 3° pure d'azzurro, a due uccelli volanti al naturale, l'uno in banda e l'altro in sbarra; nel 4° di rosso, a due fasce d'oro; e alla fascia d'oro attraversante sul tutto. La famiglia di Adele Lami era esponente di una nobile famiglia del senese. Il fratello Vincenzo Lami, era Consigliere Comunale a Sogliano al Rubicone e sposò la nobildonna Orsola Zavatti di Forlì.
Lo zio anch'esso di nome Vincenzo divenne deputato della XXIX Legislatura del Regno d'Italia.

Maccari

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Arma di Matilde Maccari, moglie di Antonio Silighini. Origine Cortona. Trinciato d'azzurro e d'oro, a due stelle a otto punte dell'uno nell'altro, e alla banda semipartita del secondo e del primo passata sulla trinciatura e munita di quattro «denti di rastrello» falcati, due d'oro uscenti dal bordo superiore dell'azzurro, e due d'azzurro uscenti dal bordo inferiore dell'oro.

Foto
Il Casato Silighini Garagnani Lambertini di Poggio Renatico
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